Creato anticorpo artificiale jolly

anticorpi

È stato creato un anticoporo artificiale “jolly”, che riesce ad aggredire virus comuni e all’origine di malattie respiratorie diffuse, come il comune raffreddore, brochiolite che colpisce i neonati e anche l’asma.

Nuove ricerche sulla febbre dengue

dengue1

Una ricerca di recente pubblicazione sulla rivista Science offre nuovi spunti alla comunità scientifica su come l’organismo umano si comporta quando è attaccato dalla febbre dengue, una malattia tropicale che in questi ultimi anni ha avuto una diffusione notevole.
La ricerca si è basata sul prelevamento di campioni di sangue su un gruppo di volontari infettati dal virus della dengue, scoprendo che gli anticorpi prodotti dall’organismo non svolgono un lavoro di contenimento dell’infezione efficace ed adeguato.

Allergia alla carne meno rara di quanto si creda

carne

Si sanno molte cose sulle allergie al latte, alle arachidi, ai frutti di mare ed ad altri alimenti, ma relativamente poco invece si conosce delle allergie provocate dalla carne. Eppure anche la carne è in grado di provocare fenomeni allergici.
In un articolo comparso ieri il Los Angeles Times evidenzia come uno dei più importanti siti informativi sulla questione delle allergie alimentari, il Food Allergy and Anaphylaxis Network non presenta, nei suoi elenchi, alcun riferimento alle allergie causate dalla carne.
Eppure, sostiene il quotidiano californiano, uno studio recente, condotto da ricercatori provenienti da tre diverse istituzioni di ricerca, l’Università della Virginia, l’Università del Tennessee ed il John James Medical Center in Australia, e presentato durante il meeting annuale della American Academy of Allergy, Asthma & Immunology, suggerisce che al contrario di quanto si pensi le allergie provocate dalla carne non sono così rare.

Vaccino per l’influenza nei bambini da 6 a 12 mesi

neonato

Uno studio recentemente pubblicato su The Pediatric Infectious Disease Journal ritiene che la vaccinazione contro l’influenza stagionale è sicura e favorire una risposta immunitaria protettiva nei bambini dai 6 ai 12 mesi di età.
Anche se sono necessari ulteriori ricerche, lo studio indica che il vaccino contro l’influenza stagionale potrebbe anche essere inclusa nelle vaccinazioni standard per i bambini con meno di 6 mesi.
La ricerca è stata realizzata da ricercatori della University of Washington a Seattle, ed ha coinvolto un campione cospicuo di bambini sani, 1375, ai quali è stato inoculato, in modo casuale, due dosi di vaccino standard trivalente (protettivo per tre differenti ceppi virali dell’influenza), oppure un placebo, un vaccino inattivo per verificare l’efficacia in un gruppo di controllo.

Il sistema immunitario è in grado di riconoscere il virus H1N1

influenzain

Il virus dell’influenza suina che impazza nel mondo in questo periodo non è del tutto sconosciuto al sistema immunitario dell’uomo, come dimostra uno studio recente, il che potrebbe ridurre di gran lunga le preoccupazioni legate alla diffusione pandemica del male ed alla sua pericolosità.
Stampa e mezzi di informazione hanno in questi mesi informato la popolazione sul fatto che il virus dell’influenza suina è un microrganismo di un genere completamente nuovo, e quindi il sistema immunitario non sarebbe in grado di difendersi adeguatamente.

Trovato il legame tra celiachia ed osteoporosi

osteoporosis

Le persone affette da celiachia possono essere più sensibili all’osteoporosi perché il sistema immunitario attacca il loro tessuto osseo. Questa l’inedita scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Genetica e Medicina Molecolare dell’Università di Edimburgo, pubblicata in uno studio sull’ultimo numero della rivista New England Journal of Medicine.
L’osteoporosi è uno delle conseguenze riconosciute della celiachia, e fino ad oggi si pensava che il motivo di ciò fosse la scarsa capacità dell’organismo di assorbire e sintetizzare il calcio e la vitamina D.

Sperimentato un vaccino contro la cocaina

cocaina

Uno studio clinico del National Institute on Drug Abuse statunitense, ha effettuato un esperimento, che ha dato risultati soddisfacenti, che consisteva nella somministrazione di un vaccino ai consumatori di cocaina per verificare se esso fosse in grado di ridurre in questi il consumo della sostanza stupefacente.
Il vaccino “anti-cocaina” funziona allo stesso modo dei vaccini impiegati per altre malattie, inducendo l’organismo a produrre anticorpi che, in questo caso, agiscono contro le molecole della cocaina presenti nel sangue impedendo loro di raggiungere il cervello. E’ forse la prima volta che si registra un successo in questo campo.