L’anfetamina compromette le facoltà mnemoniche negli adolescenti

anfetiamina

Un recente esperimento compiuto su animali da laboratorio ha rilevato che l’uso di anfetamina da teenagers può creare grossi scompensi alle funzioni mnemoniche del cervello, sia nella memoria breve, durante l’effetto delle sostanze, sia su quella a lungo periodo.
I ricercatori della University of Illinois at Urbana Champaign nel loro studio, che verrà prossimamente presentato al meeting annuale della prestigiosa Society for Neuroscience sostengono che i topi adulti, sottoposti a dosi di anfetamina da giovani, sono risultati essere maggiormente in difficoltà di fronte a test sulla memoria, una volta adulti.

Dormire insieme al bambino un fattore di rischio significativo per la SIDS

bimbo

Più della metà dei casi di sindrome della morte improvvisa del lattante, identificata dall’acronimo inglese SIDS, sembra essere provocata dalla condivisione dello stesso letto, e dal fatto che i genitori abusano di sostanze stupefacenti o alcool.
E’ quanto risulta da uno studio effettuato da ricercatori dell’Università di Bristol e dell’Università di Warwick e recentemente pubblicato su BMJ.

Sperimentato un vaccino contro la cocaina

cocaina

Uno studio clinico del National Institute on Drug Abuse statunitense, ha effettuato un esperimento, che ha dato risultati soddisfacenti, che consisteva nella somministrazione di un vaccino ai consumatori di cocaina per verificare se esso fosse in grado di ridurre in questi il consumo della sostanza stupefacente.
Il vaccino “anti-cocaina” funziona allo stesso modo dei vaccini impiegati per altre malattie, inducendo l’organismo a produrre anticorpi che, in questo caso, agiscono contro le molecole della cocaina presenti nel sangue impedendo loro di raggiungere il cervello. E’ forse la prima volta che si registra un successo in questo campo.

In caso di traumi, statisticamente chi è ubriaco si salva di più

alcool

Due recenti studi condotti negli Stati Uniti hanno riscontrato che, a parità di lesioni, coloro erano ubriachi al momento del trauma avevano una probabilità di sopravvivenza più alta rispetto a coloro che subivano un trauma analogo da sobri.
Il primo studio al riguardo è comparso recentemente su American Surgeon, e riguarda una ricerca compiuta su 7985 pazienti che avevano subito un trauma. Il 7 per cento dei pazienti sobri è morto in seguito al trauma, mentre i pazienti ubriachi sono deceduti solo nell’1% dei casi. I pazienti analizzati avevano una età simile ed avevano subito traumi di analoghe dimensioni.

Fumare in gravidanza associato con sintomi psicotici nel bambino

fumatrice2

Una nuova ricerca pubblicata nel numero di ottobre del British Journal of Psychiatry, evidenzia un legame molto stretto tra il fumare durante la gravidanza e sintomi psicotici nel bambino.
Un gruppo di ricercatori britannici hanno analizzato i dati forniti da una ricerca a largo raggio, Avon Longitudinal Study of Parents and Children, soffermandosi su un campione di 6356 dodicenni.L’11% di questi (734), sottoposti ad accurate interviste, sono risultati aver avuto sospetti o reali sintomi di psicosi.
I ricercatori hanno osservato un effetto ‘dose-risposta’, nel senso che il rischio di sintomi psicotici è risultato più elevato nei bambini le cui madri fumavano di più durante la gravidanza.

Una malattia autoimmune fattore di rischio di infarti e ictus se associata a fumo ed anticoncezionali

contraccettivi

Le donne sotto i 50 anni che presentano una malattia autoimmune denominata sindrome da antifosfolipidi, presentano un rischio notevolmente elevato di avere infarti o ictus. Lo sostengono ricercatori olandesi che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sulla rivista Lancet Neurology.
Non solo, ma la presenza della sindrome, associata all’abitudine di fumare, oppure all’assunzione di pillole anticoncezionali, aumenta i fattori di rischio ancora di più.
La sindrome da anticorpi antifosfolipidi si verifica quando il sistema immunitario non funziona a dovere, e produce autoanticorpi che dirigono la propria azione direttamente contro tessuti ed organi dell’organismo che li ha prodotti.

Il divieto di fumare ha ridotto gli infarti più del previsto

nosmoking

Secondo due diversi studi, pubblicati in questi giorni su autorevoli riviste come Circulation e Journal of American College of Cardiology, le leggi che vietano di fumare nei locali pubblici hanno ridotto i casi di attacchi cardiaci in percentuali maggiori delle previsioni, addirittura fin ad un terzo.
I tassi di attacco cardiaco in Inghilterra sono scesi, secondo le ricerche, di più del 10% da quando, nel luglio 2007 è stata introdotta la legge che vietava il fumo nei locali pubblici.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.