Vitamina D carente nei bambini

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Secondo un nuovo studio comparso sulla rivista Pediatrics, pochi sono i bambini che attualmente risultano avere la giusta quantità di vitamina D al momento della nascita.
Se fino a qualche anno fa medici e scienziati pensavano che un apporto di vitamina D di 200 UI al giorno fosse più che sufficiente, oggi si pensa invece che tale apporto dovrebbe arrivare alle 400 UI, almeno secondo quanto stabilito dalla American Society of Pediatrics.
La vitamina D rafforza le ossa ed il sistema immunitario e sembra anche avere un ruolo importante nella prevenzione del diabete di tipo I e di malattie cardiache e tumori.

Vitamina D riduce il rischio di malattie cardiache

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Una nuova ricerca suggerisce l’ipotesi che un supplemento di vitamina D potrebbe essere di grande aiuto nel ridurre i fattori di rischio di malattie cardiache in coloro che ne hanno poca.

Lo rivelano i ricercatori del Medical Center Intermountain Heart Institute, nello Utah, che hanno presentato un doppio studio congiunto in merito, che sarà presentato al meeting annuale del College of Cardiology
Una terapia integrativa di vitamina D, ribadiscono gli autori, è già stata indicata per la sua efficacia nella riduzione delle malattie alle ossa ed al rischio di fratture.

Risposta dell’organismo a gusti ed odori come fattore di rischio per il diabete

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Una mutazione che influenza il modo con cui l’organismo risponde all’odore o al gusto di un cibo potrebbe giocare un ruolo chiave nello sviluppo del diabete di tipo 2. Lo rileva una recente ricerca realizzata da scienziati statunitensi del Duke University Medical Center, che hanno studiato su topi da laboratorio questo fenomeno.

Secondo i ricercatori, un certo tipo di sviluppo progressivo del diabete avviene attraverso quello che comunemente viene definito il sistema nervoso parasimpatico, e non direttamente dai cibi che si mangiano.

Caffè riduce il rischio di ictus?

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Bere caffè potrebbe ridurre il rischio di ictus, secondo quanto rilevato da uno studio di recente presentato al meeting annuale dell’American Stroke Association tenutosi recentemente.
La ricerca, condotta dal Dott. Yangmei Li, epidemiologo presso l’Università di Cambridge, ha preso in considerazione un campione di 23.000 persone seguite per un periodo di 12 anni, che hanno compilato questionari sul consumo quotidiano di caffè e che sono stati monitorati per tutto il periodo della ricerca sull’incidenza dei casi di ictus.
Secondo i dati forniti dai ricercatori coloro che dichiaravano di bere caffè sono risultati avere un rischio di ictus ridotto di circa il 27% rispetto a coloro che dichiaravano di non bere mai caffè.

Diabete gestazionale un rischio maggiore tra le donne sovrappeso

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Secondo un recente studio, citato dal New York Times nelle pagine dedicate alla salute, le donne che aumentano considerevolmente di peso durante il primo trimestre di gestazione sono maggiormente a rischio di contrarre il diabete gestazionale.
Lo studio, pubblicato di recente sulla rivista Obstetrics & Gynecology, ha esaminato i dati raccolti su un gruppo multi etnico di donne che hanno partorito dal 1996 ed il 1998, delle quali 345 avevano sviluppato il diabete gestazionale mentre le restanti 800 sono state prese in considerazione come gruppo di controllo.

Obesità infantile e rischio di morte prematura

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La recente campagna promossa da Michelle Obama, la first lady statunitense, contro l’obesità infantile, è un impegno la cui importanza viene confermata giorno per giorno da sempre nuove ricerche.
Come il recente studio, realizzato per conto dei National Institutes of Health statunitensi che ha individuato un altra conseguenza decisamente seria dell’obesità nei bambini, il fatto cioè che questi sono più a rischio di morte prematura rispetto ai loro coetanei.
I dati che sostengono questa tesi provengono da un lungo studio condotto in Arizona su bambini indiani americani, più di 4800 individui seguiti per un arco di tempo lungo 25 anni.

Un pancreas artificale per il diabete di tipo 1

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Una nuova ricerca sostiene che bambini piccoli e adolescenti affetti da diabete di tipo 1 potrebbero beneficiare di una sorta di pancreas artificiale che impedisce ai livelli di zucchero nel sangue di abbassarsi pericolosamente oltre una certa soglia, specialmente in alcuni momenti critici della giornata come durante il sonno.

I risultati dello studio, pubblicato su The Lancet, riportano la sperimentazione compiuta in strutture ospedaliere su un campione di bambini di età compresa tra i 5 ed i 18 anni.
Il dispositivo, un assemblaggio di due apparecchiatrure già commercializzate, consiste di un sensore che misura il livello di zuccheri nel sangue, il quale è collegato ad una pompa per insulina, programmata per azionarsi quando il sensore rivela un abbassamento degli zuccheri, l’ipoglicemia.

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