Scoperta una variante genetica che aumenta il rischio di emicrania

emicrania

Una particolare variante genetica nel cromosoma 8 sembra essere un indicatore di un maggior rischio di emicrania, secondo una nuova ricerca.
Da tempo la comunità scientifica pensa che una componente genetica potrebbe essere alla base della predisposizione all’emicrania, ma fino ad oggi la ricerca non era riuscita ad individuare i geni specifici che potevano giocare un ruolo in questo.
Lo studio è quindi uno dei primi ad aver individuato forse la specifica variante genetica che potrebbe esporre ad un rischio maggiore di emicrania, con maggior propensione all’ emicrania con aura, sostengono i ricercatori del Headache Genetics Consortium presso il Wellcome Trust Sanger Institute in Inghilterra.

Trasformare le cellule cardiache per riparare i tessuti del muscolo cardiaco danneggiati

cellule

Due recenti studi hanno evidenziato dei sensibili passi avanti nel campo della cosiddetta “medicina rigenerativa“, una branca di studi che esplora la possibilità di riparare gli organi danneggiati invece che utilizzare trapianti o organi artificiali.
Il primo dei due, apparso sulla rivista Cell e realizzato da un’equipe di ricercatori del Gladstone Institute of Cardiovascular Disease presso l’Università della California a San Francisco, ha dimostrato la possibilità di trasformare normali cellule, chiamate fibroblasti in cellule del cuore.

Vita in alta quota possibile grazie ad alcuni geni

tibetano

“Un bell’esempio di darwinismo”, così il professor Hog Montgomery dell’Università di Londra ha commentato il recente studio condotto da ricercatori dell’Università dello Utah che hanno scoperto come i tibetani abbiano almeno 10 geni che risultano utili per vivere ad altitudini elevate.
La ricerca, pubblicata su Science, potrebbe in futuro essere utile per orientare strategie di cura e terapie per trattare sintomi e malattie causate dall’alta quota.

Altri 5 geni legati ai tumori al seno

tumore al seno

Una ricerca di recente realizzata da scienziati dell’Università di Cambridge ha portato a 18 i geni che possono essere individuati come responsabili di una maggior predisposizione ai tumori al seno.
Oltre ai 13 precedenti geni identificati in precedenti studi, i ricercatori britannici hanno evidenziato, grazie ad uno studio realizzato sul genoma di un campione di 4000 pazienti, confrontate con altre 24 mila, che altri 5 geni possono essere indicati come responsabili di un più alto rischio di tumore.

Scoperti geni legati all’autismo

neuroni

Ricercatori britannici hanno scoperto che due geni, che giocano un ruolo fondamentale nella produzione di proteine nel cervello, potrebbero essere legati a disturbi come l’autismo.
La ricerca, di recente pubblicata sulla rivista Molecular Autism, a detta degli autori rappresenta la più completa analisi dell’associazione tra questi geni e l’autismo le proteine del cervello che sembrano essere legate a disordini autismo.

Le sequenze proteiche influiscono sulla differenza tra gli individui

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La specificità dell’individuo non sarebbe determinata dai geni, ma piuttosto dalla sequenza proteica che li controlla e li avvolge. Lo affermano ricercatori statunitensi della Yale University, che hanno compiuto uno studio su esseri umani, scimpanzè ed i microrganismi presenti nei lieviti, recentemente pubblicato sulla rivista Nature e su Science Express.

Secondo gli scienziati le interazioni di queste sequenze di proteine, chiamate fattori di trascrizione variano significativamente tra un individuo ed un altro, e quindi hanno una forte influenza nel determinare l’aspetto fisico, lo sviluppo dell’organismo e persino il rischio di sviluppare particolari malattie.

Un test del DNA per scoprire la propria dieta ideale

dna test

Un semplice test del DNA potrebbe essere di aiuto a stabilire quale dieta risulta essere più efficace per ogni individuo, anticipando in questo modo la valutazione di quanti chili si potranno perdere seguendola.
E’ il risultato di uno studio preliminare, compiuto su 101 donne statunitensi bianche da parte di un equipe di ricercatori dell’Università di Stanford negli Stati Uniti.
Per ognuna delle donne è stato raccolto un campione di DNA, dal cui codice genetico i ricercatori hanno isolato, tra centinaia, alcuni geni che possono avere un influenza decisiva nella metabolizzazione di grassi e carboidrati.
Le donne coinvolte nell’esperimento sono state divise in tre gruppi, ognuno scelto in base alla presenza di uno di questi geni prescelti, e per ognuna di esse è stata quindi proposta una dieta in relazione o in contrasto con il patrimonio genetico evidenziato.
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