Lo stress sul lavoro: come combatterlo

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Già abbiamo parlato del mobbing sul lavoro e dell’ansia che provoca nella persona che ne è vittima e di come le donne in carriera siano più a rischio di problemi cardiaci rispetto agli uomini.
Oggi uno studio dimostra che più del11% degli italiani soffre di stress lavorativo e presenta disturbi psicologici legati al proprio ambiente di lavoro.
La diretta conseguenza a questo è uno scarso rendimento sul lavoro, sia per una diminuzione delle capacità produttive che per i giorni di lavoro persi.
Lo stress viene percepito da chi ne soffre come una causa di un fattore ambientale ma in realtà è molto soggettivo, in quanto non è l’ambiente circostante ad influenzare le persone, bensì il modo in cui lo si percepisce.

Facebook e gli attacchi d’ansia

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Stress ed ansia possono essere provocate anche da i contatti sui social network portando anche a problemi seri per la salute.
The Lancet, prestigiosa rivista medica, ha pubblicato uno studio promosso dai un gruppo di medici italiani che ha presentato il caso di un ragazzo colpito da attacchi d’asma ogni volta che si trovava a leggere il profilo della sua ragazza su Facebook.
Il giovane che ha accusato sintomi della depressione quando è stato lasciato dalla sua ragazza, che aveva tolto l’amicizia virtuale al malcapitato e aveva intrecciato nuovi rapporti virtuali con altri ragazzi sul social network, si è creato un nuovo account e aveva chiesto l’amicizia a lei sotto falso nome.

Rischio di problemi cardiaci per le donne in carriera

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Le donne in carriera hanno una probabibilità molto più alta di contrarre malattie cardiovascolari provocate da un forte stress.
L’incidenza di problemi caridaci come l’ictus o l’infarto, sarebbe molto più alta nelle donne che hanno forti aspirazioni in ambito lavorativo e svolgono un mestiere stressante, rispetto a donne che svolgono lavori meno impegnativi.
Altro fattore determinante è il tasso di creatività che si ha nel lavoro, infatti coloro che svolgono un mestiere che non dà molto spazio a questo, sono molto più a rischio cardiaco più elevato mentre le donne che soo preoccupate di poter perdere il lavoro sono soggette a ipercolesterolemia e ipertensione.
Il tasso di rischio in queste donne è pari a quello che incide sul fumo di sigaretta o sull’assunzione di alcolici.

Sindrome da colon irritabile

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La sindome del colon irritabile è conosciuta anche come colite ed è una patologia che interessa l’ultimo tratto dell’intestino.
La colite è una malattia di cui non si conoscono le cause, ma si pensa che possa essere psicosomatica, provocata più che altro, da forte stress, agitazione e ansia.
Questi elementi legati alla sedentarietà ed alla cattiva alimentazione provocano questa malattia, che, se non viene curata può diventare colite nervosa o, nel peggiore dei casi, colite ulcerosa.
I sintomi possono essere di varia natura, ma principalmente si riscontrano fastidi addominali che provocano meteorismo (un senso di gonfiore provocato dai gas intestinali), flatulenza e tensioni addominali che possono provocare anche nausea e vomito.

Mobbing che cos’è e cosa provoca

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Da qualche anno in Italia si è dato un nome ad un fenomeno che c’è sempre stato ma che soltanto adesso è diventato un caso, il mobbing.
Il mobbing indica una serie di comportamenti violenti che vanno dagli abusi psicologici a alle vessazioni ed all’allontanamento che vengono perpetrati da una o più persone nei confronti di un individuo più debole, prolungato nel tempo che genera in chi ne è vittima un forte stress emotivo fino ad arrivare ad una vera e propria sensibilità alla depressione che innesca appunto un circolo vizioso per la paura di essere presi dall’ansia.
il trmine mobbing è stato coniato negli anni Settanta dall’etologo Konrad Lorenz, il quale voleva descrivere un comportamento aggressivo tra individui facenti parte di uno stesso gruppo con lo scopo di escludere un membro dello stesso gruppo.

Sport contro la depressione

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Fare esercizio fisico aiuta a combattere e a tener lontana la depressione sempre che sia fatto nel tempo libero e che non provochi stress.
Secondo una ricerca apparsa sulla rivista medica British Journal of Psychiatry e condotta da alcuni ricercatori del King’s College di Londra, è risultato che gli individui che compiono un’attività sportiva regolare hanno meno possibilità di soffrire di depressione soprattutto se la svolgono nel tempo libero e non nei ritagli di tempo dal lavoro o a livello agonistico.
Questo studio è stato effettuato su un campione di cittadini norvegesi a cui è stato domandato quanta attività fisica svolgessero nel tempo libero e quanto fossero fisicamente e psicologicamente attivi durante l’orario lavorativo.

Nuove tipologie di depressione

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Esistono dei comportamenti dovuti a fenomeni sociali che non vengono considerati come delle patologie vere e delle malattie mentali ma solo come fattori di stress dovuti alla società attuale.
Tra questi sono annoverati il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo e l’utilizzo sfrenato del web.
La mania di acquistare smoderatamente oggetti o vestiti di cui non se ne ha necessità o mascherarsi dietro personalità fittizie sul web (di cui Facebook ne è l’esempio lampante), sono delle patologie che nascondono non soltanto dei problemi relazionali, ma anche una forte depressione e un forte stress e come tali vanno curate.

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