Ridurre il sale nei cibi, un’obiettivo per le industrie alimentari

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La lotta che Michelle Obama ha intrapreso contro la diffusione dell’obesità tra gli adolescenti e la popolazione americana in generale sembra aver ottenuto i primi risultati sul fronte della sensibilizzazione delle industrie alimentari. Così in questi giorni si è appreso che l’azienda alimentare Kraft, tra le più potenti multinazionali del settore, sta prendendo in considerazione un progetto che dovrebbe andare a ridurre il sale del 10% nei suoi prodotti entro i prossimi 2 anni.
Può sembrare poco, ma una recente ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, ha appurato che una riduzione di tale dimensione su scala nazionale ridurrebbe in quel paese di circa 32 milioni di dollari i costi per la salute.

Obesità infantile e rischio di morte prematura

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La recente campagna promossa da Michelle Obama, la first lady statunitense, contro l’obesità infantile, è un impegno la cui importanza viene confermata giorno per giorno da sempre nuove ricerche.
Come il recente studio, realizzato per conto dei National Institutes of Health statunitensi che ha individuato un altra conseguenza decisamente seria dell’obesità nei bambini, il fatto cioè che questi sono più a rischio di morte prematura rispetto ai loro coetanei.
I dati che sostengono questa tesi provengono da un lungo studio condotto in Arizona su bambini indiani americani, più di 4800 individui seguiti per un arco di tempo lungo 25 anni.

Un gene responsabile dell’obesità

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Una recente ricerca dell’Università di Cambridge e del Wellcome Trust Sanger Institute ha dimostrato che la causa dell’obesità infantile sia proprio un gene.

Lo studio è stato condotto su 300 bambini affetti da obesità grave. E’ stato analizzato il genoma di ogni bambino ricercando selezioni e duplicazioni del DNA.

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