Cresce il numero dei sieropositivi in Italia

Cresce il numero dei sieropositivi in Italia

Cresce il numero dei sieropositivi in Italia

 

Anche in Italia, purtroppo, staremmo davvero assistendo al verificarsi di una tendenza che, sebbene non possa dirsi veramente preoccupante in quanto tale, poiché oramai, come certamente saprete, pur non controllata la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita sarebbe in questi ultimi anni, per lo meno nei Paesi Occidentali maggiormente industrializzati e tecnologicamente avanzati, divenuta perfettamente controllabile, potrebbe sicuramente indurre ciascuno di noi, e soprattutto le attuali forze parlamentari e governative, a riflettere attentamente sulla questione così da decidersi, nel minor tempo possibile, il da farsi.

Colesterolo e pressione alta

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Colesterolo e pressione alta sono un binomio mortale in alcuni casi e spesso portano ad invalidità permanenti come l’infarto o l’ictus.
La pressione alta come abbiamo già spesso detto, la si può combattere con una dieta povera di sodio e con rimedi naturali, senza dover intervenire in maniera drastica.
Il colesterolo, alla stessa maniera della pressione alta, può essere combattuto a tavola, cambiando il proprio regime alimentare che preveda un grande consumo di frutta, verdura, cereali e carni bianche.
Bisogna partire però da un presupposto che è fondamentale: per poter combattere il colesterolo cattivo e la pressione alta è necessario individuare i fattori di rischio ed eliminarli.

L’innalzamento dell’età media aumenta il rischio di cataratta

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In Occidente si vive più a lungo che in passato, ed è per questa ragione che sono sempre di più le persone che superano la soglia dei 70 anni, un età in cui è più alto il rischio di sviluppare alcuni problemi di salute, come per esempio la cataratta.
Secondo un recente comunicato stampa degli esperti dell’American Academy of Ophthalmology, è dunque sempre più importante conoscere i rischi ed i sintomi della cataratta e quali sono i modi per ritardarne insorgenza o capire quando è il caso di sottoporsi ad un intervento chirurgico.

Insicurezza nei rapporti interpersonali fattore di rischio per diversi disturbi

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Le persone che si sentono insicure nei rapporti interpersonali possono avere un rischio maggiore di malattie, cardiovascolari e di altro tipo, secondo quanto risulta da una ricerca di recente effettuata da scienziati canadesi della Acadia University.
Grazie all’analisi di dati forniti da uno studio di vasta portata negli Stati Uniti, lo US National Comorbidity Survey Replication, i ricercatori, che hanno valutato un campione di 5.645 adulti, di teà compresa tra i 18 ed i 60 anni, hanno scoperto che le persone che hanno un comportamento denominato “avoidant attachment” (attaccamento ansioso-evitante)ovvero si sentono incapaci di avvicinarsi agli altri o avere persone che dipendono da loro, risultano avere un’associazione evidente con alcuni tipi di dolore cronico come frequenti mal di testa.

Colesterolo e depressione quali legami?

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Regolare i livelli di colesterolo può aiutare a prevenire la depressione negli anziani, ma è molto importante che questo avvenga tenendo conto del sesso del paziente. E’ quanto hanno osservato ricercatori francesi dell’INSERM di Montpellier in uno studio di recente apparso su Biological Psychiatry.
Il team di scienziati ha seguito un gruppo di pazienti oltre i 65 anni per circa sette anni.
In questo modo hanno osservato che nella donna la depressione è associabile a bassi livelli del cosiddetto “colesterolo buono” (HDL-C), un fattore di rischio anche per diversi tipi di problemi cardiaci e vascolari.

Troppa TV tra i bambini piccoli

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Uno studio condotto in Oregon su bambini di due anni di età rivela come il 20% dei bambini guarda la TV più delle due ore raccomandate dalle autorità sanitarie.
E ciò, oltre ad avere un profondo impatto sullo sviluppo intellettivo e cognitivo del bambino, secondo gli autori è anche associabile ad un rischio maggiore di obesità e di problemi come il deficit di attenzione ed iperattività (ADHD).
I risultati della ricerca, sebbene condotti in un singolo stato americano, secondo gli autori sono generalizzabili anche al resto della nazione, e probabilmente anche alle altre nazioni occidentali.
Negli Usa le autorità sanitarie nazionali, come l’American Academy of Pediatrics raccomandano che il tempo che il bambino a quell’età può trascorrere davanti alla TV non sia superiore alle due ore giornaliere, e solo su programmi di qualità.