Un nuovo studio, pubblicato su American Journal of Psychiatry e condotto da esperti di psichiatria e scienze comportamentali presso la Stanford University, suggerisce che in coloro che sono affetti da una malattia mentale comune e diffusa, denominata disturbo d’ansia generalizzato, il cervello elabora le emozioni in un modo diverso ed anomalo rispetto a quanto avviene nelle persone sane.
Secondo gli autori della ricerca tale scoperta potrebbe in futuro essere di aiuto nell’elaborare strategie terapeutiche e trattamenti migliorati per combattere il male, soprattutto in coloro per i quali gli stati ansiosi risultano essere debilitanti.





