Sinusite nei bambini

di Redazione

Come riconoscere, curare e prevenire la sinusite nei bambini.

Il raffreddore è, senz’alcun dubbio, uno dei malanni invernali più comuni e più diffusi. Moltissimi di noi, certamente, hanno già provato la fastidiosa sensazione di congestione che affligge le vie aeree superiori nel caso in cui si contragga il virus e, sicuramente, moltissimi di noi hanno avuto l’opportunità di provare più e più volte, in un solo inverno, cosa significhi essere affetti da raffreddore.

Ciò avviene non già poiché il nostro sistema immunitario non sarebbe in grado di affrontare adeguatamente l’attacco portato dal virus del raffreddore, bensì poiché questa malattia può venir veicolata da un’innumerevole quantità di virus diversi l’uno dall’altro.

S’intuisce, quindi, perfettamente, il motivo per il quale i bambini siano in assoluto i soggetti più esposti al contagio e a numerose ricadute nel corso dell’anno sebbene ciò non influisca minimamente sullo stato di salute dei nostri piccoli.

Il raffreddore, fortunatamente, è infatti una patologia che regredisce naturalmente, nel giro di pochi giorni, e che non lascia conseguenze di sorta.


Per evitare, però, qualsiasi, anche minima, complicazione, per esempio il fatto che un banale raffreddore si trasformi in sinusite, vediamo insieme i principali sintomi del raffreddore, così da riconoscerlo subitamente, e i più efficaci rimedi.

SINTOMI INFLUENZA STAGIONALE

SINTOMI SINUSITE

SINTOMI DEL RAFFREDDORE NEI BAMBINI

Nei bambini, così come negli adulti, i principali sintomi e segni tramite i quali riconoscere il raffreddore sono quelli classici di una qualsiasi infiammazione delle vie aeree superiori. Tra i più importanti segnaliamo:

– congestione

– abbondante produzione di muco

– starnuti

– mal di gola

– tosse

– febbre

Sono sintomi, come si può intuire, molto blandi e banali che, come abbiamo visto, guariscono da soli.

Nel caso in cui, però, si desideri attenuare i sintomi dei nostri piccoli, vediamo come agire.

CURARE L’INFLUENZA STAGIONALE

CURARE LA SINUSITE

CURARE IL RAFFREDDORE NEI BAMBINI

Dal momento che, su tutti i bambini, i farmaci dovrebbero venir usati con moderazione, attenzione e dietro lo stretto controllo del medico, che avrà prescritto i medicinali più idonei caso per caso e avrà seguito lo sviluppo e la regressione della patologia, sarebbe bene ricorrere, per lo meno nelle fasi iniziali, a rimedi naturali che aiutino a decongestionare e a ripristinare il corretto funzionamento delle vie aeree superiori.

Per far questo noi consigliamo di:

– umidificare adeguatamente la stanza nella quale dorme il bambino

– procedere a lavaggi nasali con soluzione fisiologica

– procedere a sedute di aerosolterapia con soluzione fisiologica

– somministrare farmaci decongestionanti (specialmente sotto forma di gocce) che non contengano canfora o mentolo se somministrati al di sotto dei tre anni

– provvedere ad un adeguata ed abbondante assunzione di liquidi

– provvedere ad un’adeguata assunzione di vitamina C tramite l’alimentazione (integratori e simili, giacché non sarebbe stata dimostrata l’efficacia della vitamina C nel ridurre i sintomi, sarebbero da sconsigliare).

PREVENIRE L’INFLUENZA STAGIONALE

PREVENIRE LA SINUSITE

PREVENIRE IL RAFFREDDORE NEI BAMBINI

La miglior cura, specialmente in un caso come questo, è sicuramente rappresentata dalla prevenzione. È bene, infatti, che i bambini conoscano, sin da giovanissima età, i comportamenti virtuosi da adottarsi con lo scopo di ridurre la diffusione del contagio giacché gli asili rappresentano uno dei principali focolai.

Questi comportamenti virtuosi, utili per la prevenzione anche di altre patologie come l’influenza, sono ormai noti ai più e derivano dal buon senso.

Noi, però, li pubblichiamo così possano diffondersi ed essere utili

– Lavarsi spesso le mani e per almeno 30 secondi

– Coprirsi, in caso di starnuti o colpi di tosse, la bocca ed il naso con un fazzoletto da carta da buttare immediatamente dopo l’uso

– Non toccarsi gli occhi o la bocca nel caso in cui si abbia il sospetto di essere venuti in contatto con possibili fonti di diffusione

– Isolamento volontario soprattutto nei primissimi giorni di malattia

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