Cellule rare nel sangue associate allo sviluppo di tumori nei bambini

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Alcuni tipi di cellule che si trovano in circolazione nel sangue possono essere considerate importanti marcatori di diversi tumori infantili, e, probabilmente, anche possibili fattori di sviluppo di questi.
Lo afferma un’equipe di scienziati francesi che ha pubblicato i dati di una ricerca in questo campo sulla rivista Clinical Cancer Research.
I ricercatori hanno analizzato il sangue di 23 bambini affetti da tumore localizzato, di 22 bambini con cancro in fase di metastatizzazione e di 20 bambini sani.

L’OMS non pubblicherà più le tabelle con il numero dei casi di influenza suina

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L’agenzia Reuters riporta che giovedì scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la pandemia influenzale H1N1 è stata la più veloce di sempre nel diffondersi, tanto che ora si ritiene inutile tentare di contarne i casi.
L’agenzia delle Nazioni Unite, che aveva dichiarato la nuova influenza come pandemica l’11 giugno scorso, ha rivisto quelle che erano le linee guida seguite fino ad oggi, invitando le autorità sanitarie nazionali a segnalare solamente più i casi gravi ed i decessi causati dal virus, o particolari variazioni dei modelli clinici nuovi o inusuali, ma evitare sprechi di risorse nel tentativo di enumerare il numero di casi.

Una proteina del virus influenzale responsabile del danno a proteine del polmone

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Una proteina nel virus influenzale, il cui scopo è quello di stimolarne la diffusione è anche responsabile dell’accumulo di liquidi nei polmoni.
Questo il risultato di uno studio realizzato da ricercatori della University of Alabama a Birmingham e del Southern Research Institute, pubblicata online sulla rivista Federation of American Societies for Experimental Biology.
I casi di influenza più gravi son quelli nei quali i liquidi si accumulano nei polmoni rendendo difficile la respirazione, impedendo all’ossigeno di entrare in circolazione nel sangue.

L’obesità fattore di rischio anche per l’osteoartrite

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Se malattie cardiache e diabete sono già di per se motivi sufficienti per iniziare a pensare di dimagrire, ecco un altro motivo importante per farlo: essere in sovrappeso o obesi può causare un rapido deterioramento della cartilagine del ginocchio, e ciò può condurre facilmente ad un disturbo comune nelle persone sopra i 50 – 60 anni, l’osteoartrite.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Radiology, rappresenta la prima ricerca che tenta di trovare un’associazione tra il peso corporeo e problemi come l’osteoartrite, ed è stato effettuato da un’equipe di ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Boston.

Il glaucoma come malattia neurodegenerativa

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Per anni, il glaucoma è stato associato ad un aumento della pressione sanguigna nel bulbo oculare, ma ciò ha sempre lasciato perplessi buona parte degli scienziati, soprattutto a causa del fatto che in molte persone una elevata pressione intraoculare non forzatamente portava a sviluppare il glaucoma. Oltre a ciò, una persona su tre risulta contrarre il glaucoma anche con pressione oculare normale o addirittura bassa.
Queste anomalie hanno fatto si che i medici cercassero una risposta più adeguata al perchè si sviluppa il glaucoma ed una delle possibili risposte è che esso abbia dei tratti in comune con altre malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer o il Morbo di Parkinson.

Sintomi Sclerosi Laterale Amiotrofica

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La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa, come il Morbo di Alzheimer o il Morbo di Parkinson, relativamente rara, che colpisce una persona su 100 mila circa, di cui non si conoscono i fattori scatenanti e per cui è anche assai raro prevedere un’eredità di carattere genetico, visto che i casi di trasmissione ereditaria del male si attestano intorno al 5% dei casi accertati. Sono colpiti in maniera maggiore gli uomini e l’insorgenza del male è attestata dai 40 ai 60 anni.

Il preservativo riduce il contagio dell’herpes del 30%

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Le persone che utilizzano regolarmente il preservativo possono ridurre il rischio di contrarre l’herpes genitale del 30 per cento. Questo è quanto rilevato da uno studio pubblicato a luglio sulla rivista Archives of Internal Medicine.
Fino ad oggi molti studi erano stati condotti per verificare il grado di protezione del preservativo nei confronti di una serie di malattie sessualmente trasmissibili, come il virus dell’HIV, la gonorrea, la clamidia, ma anche l’epatite e la sifilide, ma nessuno studio era stato orientato a studiare in particolare il livello di prevenzione dell’uso del preservativo nei confronti dell’infezione da herpes simplex di tipo 2.
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