L’ecstasy lascia intatte le facoltà cognitive

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Questa notizia sarà sicuramente una fonte di polemiche: l’ecstasy non provoca conseguenze a livello cognitivo in chi ne fa uso.
Questo studio effettuato da alcuni ricercatori americani e pubblicato sulla rivista Addiction dimostrerebbe che la droga sintetica non provocherebbe dei danni permanenti alle facoltà mentali e cognitive nelle persone che l’assumono.
A questa conclusione si è arrivati perchè si sono analizzati i soggetti che consumavano solo questo tipo di droga, non associandola così a cocaina, fumo, alcol o crack per esempio che potevano sfalsare i risultati.

I bambini che mangiano male sono meno intelligenti

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Spesso abbiamo parlato di come il cibo spazzatura, il cosiddetto junk food,sia da evitare perchè è dannoso per la salute e che soprattutto se una donna è in gravidanza, questa tipologia di alimenti potrebbe addirittura creare nel nascituro problemi metabolici e non solo.
Ora uno studio ha dimostrato la veridicità del detto “siamo ciò che mangiamo” e che i ragazzi hanno spesso la tendenza di rimpinzarsi di cibi non salutari come fritti, dolci confezionati (che ricordiamo, contengono grassi saturi e sostanze nocive come l’olio di palma) carni che vengono sottoposte a processi di trasformazione molto complesse e quindi nocive per la salute se consumate in larga quantità.

Il cervello è influenzato dai batteri intestinali

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Secondo uno studio recente, i batteri intestinali sono in grado di influenzare lo sviluppo del cervello e il comportamento delle persone adulte.
Dopo che è stato scoperto un gene in grado di caratterizzare l’impulsività maschile, ora questa ricerca sostiene che la colonizzazione dell’intestino da parte di alcune tipologie di microbi potrebbe favorire uno sviluppo ottimale del cervello.
Questa ricerca mette così in relazione le abitudini alimentari, i batteri presenti nell’intestino e il ruolo svolto da questi ultimi in relazione agli altri organi, ma in particolar modo sul sistema immunitario.

Scoperte nel cervello 130 proteine che corrispondono a 130 malattie

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Continuano le scoperte riguardanti le funzioni dei geni e la sintetizzazione delle proteine nel cervello, che sono responsabili di molte malattie umane.
Un gruppo di ricercatori è riuscito a catalogare ben 1461 proteine estratte dal cervello e 130 di queste sono risultate essere collegate ad altrettante malattie cerebrali.
Questa ricerca è stata effettuata da una squadra di medici dell’università di Edimburgo e potrebbe aprire nuovi spiragli non soltanto sulle cause delle malattie cerebrali, ma anche fissare le basi per dei nuovi modelli di studio dell’evoluzione del cervello umano.

L’Amigdala a cosa serve?

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Chiunque di noi ha almeno una fobia o una paura che gli provoca disagio ed ansia, fino a sfociare in vere e proprie fobie patologiche e particolari che possono dar luogo ad attacchi di panico.
Tutto questo si realizza grazie all’amigdala, una struttura cerebrale a forma di mandorla che risiede nel lobo temporale davanti all’ippocampo.
Le sue funzioni principali sono quelle di immagazzinare le notizie e di comandare una reazione in particolari situazioni, con pensieri ed azioni che richiamano alla memoria esperienze dello stesso tipo e che hanno insegnato al cervello a reagire.
Queste emozioni che scaturiscono da questo nucleo di neuroni sono indipendenti dalla nostra volontà e quindi dal pensiero razionale.

Atrofia muscolare progressiva

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L’atrofia muscolare progressiva viene spesso erroneamente considerata come un sintomo della sclerosi laterale amiotrofica ma, essendo anche questa una malattia del motoneurone, permette una sopravvivenza superiore rispetto alla SLA.
Questa malattia comprende anche l’atrofia muscolare spinale perché sono caratterizzate dalla stessa degenerazione progressiva delle cellule facenti parte del midollo spinale
Si distinguono in: malattia di Aran –Duchenne, che colpisce in età adulta ed ha un evoluzione molto lenta, iniziando con i muscoli degli arti superiori, per poi espandersi a tutto il corpo, malattia di Werdnig –Hoffmann, che però è ereditaria e colpisce i bambini appena nati soprattutto a livello dei muscoli della coscia e delle braccia causando per una precoce morte e malattia di Wohlfart-Kukelberg-Welander, anche questa ereditaria che colpisce però nell’età infantile soprattutto la zona dei muscoli del bacino.

Sclerosi laterale amiotrofica

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La Sclerosi Laterale Amiotrofica, SLA o anche chiamata Morbo di Lou Gehrig (che prende il nome dal primo paziente a cui è stata diagnosticata la malattia, ex giocatore di baseball) è una malattia degenerativa progressiva del sistema nervoso, che colpisce selettivamente i motoneuroni, sia dell’apparato centrale, sia di quello periferico e venne descritta per la prima volta dal neurologo francese Jean –Martin Charcot nel 1860 ed ad oggi le cause risultano essere ancora del tutto ignote.
La parola amiotrofico comprende tre termini di origine greca (a –alfa privativo, mio –muscolo e trofico –nutrimento) che fanno ben comprendere che i muscoli della persona colpita si atrofizzano a causa del mancato nutrimento.
Laterale invece sta ad indicare il midollo osseo dove si trovano le cellule morenti che tende via via col tempo ad indurirsi ed ecco spiegato anche perché si parla i sclerosi.
Le conseguenze di questa terribile malattia sono la perdita irreversibile della capacità di deglutizione e della articolazione elle parole, fino ad arrivare alla paralisi dei muscoli scheletrici fino alla totale compressione dei muscoli del torace e quindi alla morte per asfissia.

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