Una ricerca pubblicata in questi giorni sull’autorevolissima rivista scientifica Neurology, pubblicata mensilmente dall’
American Academy of Neurology, lascia emergere le sconcertanti conclusioni alle quali sarebbero giunti gli studiosi dell’Università della California guidati da Charles de Carli dopo dieci anni di indagini sui rischi correlati a ipertensione, fumo, diabete ed obesità.
Definiamo sconcertanti questi risultati poiché lascerebbero intendere che codeste malattie, derivate in massima parte non già da veri e propri disagi clinici ma soltanto da vizi e cattive abitudini alimentari, dunque correggibili grazie all’impegno e alla buona volontà, determinerebbero, oltre ai noti problemi che ormai tutti conosciamo e che ormai tutti avremmo dovuto imparare a scongiurare, una vera e propria riduzione del volume del cervello.