Tumore al seno sintomi e diagnosi

di Redazione

Il primo pensiero che ci viene quando sentiamo un nodulo al seno è che si tratti di un tumore. Lo stesso dicasi in caso di dolore o secrezione anomala dal capezzolo. Sono questi i sintomi più comuni del tumore al seno? E come fare per la diagnosi?

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Sintomi da non trascurare

Non sempre il tumore al seno offre sintomi specifici e riconoscibili, soprattutto nella sua fase iniziale. Solo gli screening permettono di identificare un tumore alla mammella al suo insorgere. Certo è che dei campanelli che devono metterci in allarme esistono. Il sintomo più comune è quello di una massa dura al tatto, indolore, con i bordi irregolari (per lo più identificabili con tecniche di imaging), anche se un tumore al seno può presentarsi anche come morbido, dolente o arrotondato. Va sottolineato che la maggioranza dei noduli che si riscontrano nel seno sono comunque benigni, ma l’importante è non trascurarli e rivolgersi ad un senologo quanto prima.

Altri possibili sintomi di cancro al seno sono:

  • Gonfiore di tutto o parte di un seno (anche se non sono presenti grumi o noduli)
  • Avvallamento della pelle tipo fossette
  • Dolore al seno o al capezzolo
  • Retrazione del capezzolo (involuzione)
  • Arrossamento, desquamazione, o ispessimento della pelle del capezzolo o del seno
  • Secrezione dal capezzolo (diversa dal latte materno)

A volte un tumore al seno può diffondersi ai linfonodi sotto il braccio o intorno alla clavicola e causare un nodulo o gonfiore lì, anche prima che il tumore originale nel tessuto mammario diventi grande e palpabile. Anche il gonfiore dei linfonodi dovrebbe essere segnalato al medico, con serenità, perché potrebbero semplicemente avere questo aspetto per una qualunque altra infiammazione presente nell’organismo, magari dovuta ad un comune virus. Solo il medico può stabilire la causa procedendo con approfondimenti diagnostici.

 

Come si fa la diagnosi di cancro al seno?

I sintomi sopra elencati possono portare alla diagnosi di cancro al seno, ma molte donne con carcinoma mammario precoce non hanno segnali: il più delle volte si riscontra la neoplasia iniziale in seguito ai programmi di screening.  Questo è particolarmente importante perché più precoce è la diagnosi e maggiori sono le possibilità di guarigione.

La mammografia

Gli screening si eseguono con la mammografia, ma non sempre questa individua un tumore quando c’è. La sua efficacia diagnostica dipende infatti da molti fattori, compreso il tipo di tessuto mammario. Ecco dunque che in base alle indicazioni dei medici sarà possibile eseguire oltre la mammografia o prima di questa un’ecografia mammaria bilaterale, o una risonanza magnetica mammaria.

 

Analisi della secrezione del capezzolo.

In caso di secrezioni dal capezzolo esistono poi dei test di laboratorio come l’analisi della secrezione del capezzolo. Una parte del liquido può essere raccolto e dunque guardato al microscopio per individuare l’eventuale presenza di cellule neoplastiche (nella maggior parte di questi casi non si tratta di cancro): se la secrezione lattea appare verde o trasparente, il tumore è molto improbabile. Se lo scarico è rosso o rosso-marrone, presuppone sangue e dunque suggerisce una neoplasia anche se pure in questo caso, più comunemente si tratta di infezioni ed altre anomalie benigne.

Lavaggio duttale con aspirazione al capezzolo”

Un altro esame è il “lavaggio duttale con aspirazione al capezzolo”. E’ un test considerato ancora sperimentale che si esegue in donne che non hanno sintomi, ma ad alto rischio di malattia. In anestesia locale e presso un ambulatorio medico si inietta attraverso un catetere una soluzione salina all’interno dei dotti galattiferi per poi aspirarla ed analizzare al microscopio la presenza di eventuali cellule malate.

 

Biopsia

Il passo definitivo per la diagnosi è quello della biopsa, ovvero di un’analisi del tessuto considerato cancro. Questo test si fa su un campione di materiale asportato e può dare tante informazioni, anche sul tipo di tumore al seno e dunque diventa fondamentale per la terapia. E’ un esame istologico.  La biopsia si può eseguire in vari modi a seconda dei casi. Chirurgicamente quando si ha quasi o del tutto la certezza clinica di un tumore, asportando la parte malata (biopsia chirurgica o escissionale), oppure con metodiche meno invasive. Ognuna ha i suoi pro e contro. La scelta di quale utilizzare dipende dalla situazione specifica. Tra questi troviamo l’ago aspirato (si preleva del liquido dal nodulo sospetto con un’ago sottilissimo. In questo caso però l’analisi è citologica sostanzialmente meno precisa) e l’agobiopsia. Questa si esegue contestualmente come  l’ago aspirato , ma con un ago più grande che permette di inserire sottili pinze che tagliano ed estrapolano del tessuto malato, il tutto guidati da un’ecografia, in anestesia locale.

 

 

 

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Foto: Thinkstock

Fonte: Cancer.org

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