Nella sigaretta colonie di batteri nocivi

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Non c’è pace per i fumatori, ed oltre ai tanti studi che associano l’abitudine al fumo a diversi disturbi, come problemi all’apparato respiratorio, tumori, malattie cardiocircolatorio, un nuovo studio evidenzia un altro fattore di rischio della sigaretta, finora non considerato ma che sembra avere una sua discreta importanza.

La sigaretta è un brulicare di germi, e tra questi sono presenti anche molti batteri responsabili di malattie respiratorie.

Fumare in gravidanza associato con sintomi psicotici nel bambino

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Una nuova ricerca pubblicata nel numero di ottobre del British Journal of Psychiatry, evidenzia un legame molto stretto tra il fumare durante la gravidanza e sintomi psicotici nel bambino.
Un gruppo di ricercatori britannici hanno analizzato i dati forniti da una ricerca a largo raggio, Avon Longitudinal Study of Parents and Children, soffermandosi su un campione di 6356 dodicenni.L’11% di questi (734), sottoposti ad accurate interviste, sono risultati aver avuto sospetti o reali sintomi di psicosi.
I ricercatori hanno osservato un effetto ‘dose-risposta’, nel senso che il rischio di sintomi psicotici è risultato più elevato nei bambini le cui madri fumavano di più durante la gravidanza.

Nuove scoperte sui danni alla salute del bambino dal fumo durante la gravidanza

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E’ noto che nelle donne che fumano in gravidanza aumentano i rischi che il bambino abbia problemi di salute, tra i quali asma infantile, problemi cardiovascolari e minore funzionalità polmonare. Un nuovo studio condotto dai ricercatori statunitensi della Keck School of Medicine della University of Southern California rafforza ulteriormente questo dato di fatto riconosciuto aprendo nuovi spiragli alla comprensione di cosa accade.

Le sigarette nuociono alla percezione del gusto

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Sigarette e tabacco continuano ad essere sul banco degli imputati per i tanti problemi che provocano alla nostra salute, ed ogni giorno che passa se ne scoprono di nuovi.
Per esempio la ricerca condotta da un equipe di ricercatori dell’Università di Salonicco, in Grecia, ha fatto il punto su un altro aspetto finora poco preso in considerazione: le sigarette attenuano la capacità di sentire il gusto.

Fumare il narghilè è nocivo quanto se non di più che fumare sigarette

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Fumare il narghilè, la famosa pipa ad acqua molto comune tra le popolazioni arabe soprattutto dell’Africa settentrionale, è oggi diventata una moda anche tra i giovani occidentali, che si ritrovano in suggestivi locali arredati con gusto esotico per condividere insieme il piacere del fumo del tabacco aromatizzato alla frutta che usualmente viene utilizzato nel narghilè.

Tale fenomeno tuttavia ha destato la curiosità delle autorità britanniche impegnate nel campo della salute, che hanno voluto investigare sulle potenzialità nocive dell’assunzione del tabacco attraverso il narghilè.

Il tabacco, anche se non fumato, provoca infarti ed ictus

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In questi ultimi anni, grazie alle tante campagne sulla salute diffuse in tutto il mondo, e principalmente nei paesi industrializzati, la consapevolezza che fumare provoca grossi danni alla salute è diventata patrimonio comune di molti.
Questo però ha anche stimolato l’idea che l’assunzione di tabacco in altro modo, per esempio attraverso l’inalazione o masticandolo, sia meno nocivo per la salute. Ciò ha contribuito in questi anni alla diffusione di prodotti alternativi alle sigarette ma sempre a base di tabacco: in particolare il tabacco da fiuto, soprattutto in un pubblico giovane e principalmente in Europa e negli Stati uniti.

Il pacchetto di sigarette induce ancora in errore i consumatori

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In molti paesi sui pacchetti di sigarette è vietato scrivere “leggero” o “a basso tenore di catrame”, perchè è stato appurato che tali messaggi inducono nel consumatore l’idea che le sigarette contenute in questi pacchetti siano meno dannose per la salute, cosa assolutamente non vera.
Ma uno studio recente ha dimostrato che ci sono altri aspetti del “packaging” delle sigarette che inducono i consumatori nello stesso errore.
Un equipe di ricercatori canadesi dell’Università di Waterloo in Ontario ha infatti evidenziato come anche il colore della confezione, o altre parole utilizzate sul pacchetto, “silver”, “smooth” influenzano l’acquirente.
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