La malaria avrebbe ucciso Tutankhamon

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Scienziati egiziani hanno trascorso gli ultimi due anni nello studio dei resti del celebre faraone Tutankhamon, per scoprire il perchè della sua morte prematura. Il giovane regnante egiziano, del quale furono trovati i resti praticamente intatti nei primi anni ’20 del novecento, muore all’età di 19 anni, e dall’epoca della scoperta sono state tante le teorie di scienziati ed archeologi sui motivi che avrebbero posto fine alla vita del faraone. Alcuni hanno sostenuto si sia trattato di un assassinio, altri che il decesso fosse avvenuto a causa delle complicazioni occorse in seguito alla caduta da un cocchio. Altri ancora ritenevano che nella famiglia di Tutankhamon ci fossero tracce di una rara malattia ereditaria, denominata sindrome di Marfan.

Bill Gates stanzia 10 miliardi di dollari per i vaccini

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Bill Gates e sua moglie Melinda hanno recentemente dichiarato, in occasione del World Economic Forum di Davos, che nel prossimo decennio raddoppieranno i finanziamenti che la fondazione da loro presieduta, la Bill & Melinda Gates Foundation, investe nella ricerca medica, ed in particolare nella produzione di vaccini destinati ai paesi poveri e in via di sviluppo.
Tale flusso di denaro potrebbe, secondo le stime del magnate americano, salvare la vita ad 8 milioni di bambini entro il 2020, e si augura che questa sua iniziativa sia di esempio per altri enti di beneficenza e paesi donatori.
I vaccini, ha dichiarato Bill Gates, sono un successo della medicina, ed il costo di questi è relativamente piccolo rispetto ai benefici che possono portare se confrontato con altri tipi di intervento sanitario.

Bill Gates finanzia la lotta alla malaria

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Il fondatore della Microsoft, Bill Gates ha recentemente dichiarato in un’intervista rilasciata alla BBC che nei prossimi tre anni potrebbe essere realizzato un vaccino contro la malaria.
Il celebre magnate, considerato da molti come l’uomo più ricco del mondo, finanzia da qualche anno, attraverso una fondazione da lui creata, studi e ricerche contro la malaria, una delle malattie più diffuse al mondo ed ancora oggi responsabile di circa un milione di morti all’anno, prevalentemente tra i bambini.

Nuovi studi per la lotta alla malaria

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Gli scienziati ritengono che un sistema per combattere la malaria potrebbe essere quello di interferire con la vita sessuale delle zanzare portatrici della malattia.
Ed in questo senso si sono orientati i ricercatori dell’Imperial College di Londra, che hanno poi pubblicato il loro lavoro su PLoS Biology.

La ricerca si è soffermata sulla vita sessuale di un tipo di zanzara, Anopheles Gambiae, particolarmente diffusa nel continente africano.

Il clima che cambia un problema per la salute di tutti

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Al termine della lunga serie di colloqui che si sono avuti durante la conferenza sul clima di Copenhagen, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto esprimere la sua posizione nel confronti del cambiamento climatico.

Secondo l’organismo internazionale, il cambiamento di clima non investe solo ed esclusivamente l’ambiente ma anche la salute umana nel suo complesso sta rischiando molto da quando il clima della Terra si è elevato.
Gli esempi? Almeno due quelli citati.

Un nuovo ceppo di malaria scoperto nell’uomo

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Una nuova forma di malaria, particolarmente insidiosa per la salute dell’uomo sembra essere stata identificata nel Sud Est Asiatico.
Si tratta del parassita Plasmodium knowlesi che fino ad ora si pensava colpisse solo esemplari di scimmia, ma che, in recenti analisi compiute su un campione di 150 pazienti ricoverati in ospedale a Sarawak, nel Borneo malese, tra il luglio 2006 e gennaio 2008, è stato invece ritrovato anche nell’uomo.
La ricerca è stata realizzata da un’equipe di ricercatori internazionali, ed è stata pubblicata sulla rivista Clinical Infectious Diseases.

La puntura dell’anofele (malaria) utilizzata per immunizzarsi

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Grazie ad un coraggioso esperimento un’equipe di ricercatori europei, e più precisamente in Olanda, alla Radboud University di Nijmegen, hanno scoperto un sistema originale per sviluppare l’immunità nei confronti della malaria, utilizzando le zanzare stesse come veicoli del vaccino.
Ad un gruppo di 15 volontari di cui 10 direttamente coinvolti nell’esperimento ed altri 5 utilizzati come gruppo di controllo, è stata somministrata clorochina (un potente farmaco che è in grado di distruggere i parassiti una volta che essi si sono diffusi nel sangue umano) per un periodo di tre mesi.
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