Alcuni cibi da fast food legati al diabete

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Evitando il cibo da fast food può contribuire sensibilmente a ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
E’ il risultato di un rapporto comparso su American Journal of Clinical Nutrition, che riporta un recente studio condotto negli Stati Uniti da ricercatori dell’Università di Boston in Massachusetts, che hanno condotto le loro osservazioni su un campione di donne di colore molto ampio, circa 44.000.

Le donne sono state seguite dal 1995, e sono state sottoposte a questionari biennali per monitorare il tipo di alimentazione e l’eventuale sviluppo di diabete.

Sole, fumo e peso in eccesso invecchiano prima la pelle

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Sole, fumo ed eccesso di peso hanno qualcosa in comune, tutti questi fenomeni infatti possono contribuire a danneggiare la pelle ed a farla invecchiare precocemente. Lo stabilisce una ricerca medica realizzata a Cleveland dai ricercatori della Case Western Reserve Medical School, che hanno avuto l’opportunità di poter studiare gli effetti dell’invecchiamento della pelle durante un festival nazionale di gemelli che si tiene ogni anno in una cittadina dell’Ohio, Twinsburg.
L’opportunità di studiare i gemelli è particolarmente utile per la scienza medica, perchè la somiglianza genetica permette di scoprire più agevolmente quali fattori ambientali e quali fattori genetici esercitano la loro influenza sull’organismo.

Donne obese: il peso acquisito in eccesso durante la gravidanza si perde con difficoltà

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Le donne obese che aumentano il loro peso durante la gravidanza per più di 7 chili tendono a non riuscire a perderlo anche dopo il parto.
E’ quanto affermano in uno studio alcuni ricercatori statunitensi del Kaiser Permanente Center for Health Research in Oregon.
Raccolti dati su quasi 1700 donne obese (con indice di massa corporea di 30 punti o superiore) che hanno partorito tra il 2000 e il 2005, i ricercatori hanno rilevato che circa il 70% delle donne studiate superavano l’aumento di peso consigliato per loro. Il 40% di queste, una volta partorito, non sono riuscite a perdere il peso in più accumulato.

Obesità e sovrappeso in gravidanza fattori di rischio per difetti cardiaci nel bambino

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Le donne in sovrappeso o obese che hanno una gravidanza, sono risultate, secondo un recente studio comparso sulla rivista Obstetrics and Gynecology, più a rischio di partorire un bambino con difetti cardiaci.
Lo studio, condotto direttamente da un organismo governativo statunitense, lo U.S. Centers for Disease Control and Prevention, ha anche fornito le percentuali di rischio: il 18% in più nel caso delle donne in sovrappeso, ed il 30% in più nelle donne obese sono a rischio di avere un bambino con difetti al cuore.
I ricercatori dell’organizzazione governativa hanno esaminato lo stato di salute di 6,440 bambini con difetti cardiaci congeniti e di 5,673 neonati senza problemi, associando all’esame di questi un’intervista alle madri.

Tumore al pancreas, più a rischio i giovani in sovrappeso o obesi

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I giovani in sovrappeso o obesi sono maggiormente a rischio di contrarre il tumore al pancreas.
Questi i risultati di uno studio pubblicato recentemente sulla rivista medica JAMA.

Il carcinoma pancreatico è tra i tumori più diffusi e con un alto tasso di incidenza e mortalità, ed il fatto che sia in rapida progressione proprio nel momento in cui aumentano anche le persone con problemi di sovrappeso ed obesità ha fatto pensare che tra i due fenomeni ci fosse una relazione.

Mestruazioni: un gruppo di geni regolano l’inizio dei cicli mestruali

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Un gruppo di scienziati inglesi ha affermato di aver individuato, decodificando il codice genetico, il gruppo di geni che influiscono sull’inizio del periodo mestruale nella pubertà.
Si tratterebbe di due geni situati sul cromosoma sei e nove che, secondo gli autori, influenzerebbero l’età in cui comincia il primo ciclo mestruale.

Per individuarli hanno lavorato su un campione di 17.000 donne, individuando quelle che avevano avuto il ciclo mestruale prima e registrando il loro codice genetico.

Analizzando quest’ultimo i ricercatori sono riusciti ad individuare le varianti genetiche comuni alle donne più precoci, e persino ad individuare quali fossero i geni ad entrare in gioco.

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