Antidepressivi aumentano il rischio di ictus in menopausa

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Le donne in menopausa che assumono antidepressivi possono trovarsi di fronte ad un rischio moderatamente leggero di avere un ictus.

Sono i dati forniti da uno studio statunitense pubblicato su Archives of Internal Medicine e basato su un ampio studio prospettico, il Women Health Initiative Study, che ha coinvolto un campione di 136.293 donne di età compresa tra i 50 ed i 79 anni seguite per un periodo di sei anni.
Le donne che utilizzano gli antidepressivi, secondo i ricercatori, risultano avere un rischio di ictus maggiorato del 45%.

Sensibilità all’ansia e depressione

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La paura di essere colpiti dall’ansia può spingere le persone che si preoccupano eccessivamente a diventar depressi.
E’ questo il risultato di uno studio recentemente apparso sulla rivista Journal of Anxiety Disorders.
Secondo gli autori della ricerca, coloro che hanno paura di diventare ansiosi sono più facilmente preda di condizioni come la depressione, provocata appunto da un’eccessiva preoccupazione per la manifestazione di stati d’ansia.
I ricercatori, per giungere a queste conclusioni si sono basati sullo studio di una serie di questionari somministrati a 94 volontari di età media di 19 anni, che manifestavano un indice di sensibilità all’ansia (Anxiety Sensiblity) mediamente elevato.

Le case calde hanno migliorato la salute della popolazione

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Una casa calda è una garanzia di salute migliore. Lo affermano i ricercatori del Medical Research Council’s and Public Health Sciences Unit a Glasgow in Scozia, che hanno compiuto una corposa ricerca su diversi studi effettuati in un largo arco temporale, dal 1930 al 2007, che indicavano quali sono stati i miglioramenti a livello di salute generale della popolazione mano a mano che le abitazioni hanno cominciato ad avere un riscaldamento adeguato.

Dipendenza da Internet

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Se l’uso di Internet è diventato ormai comune tra le nuove generazioni, in molti cominciano ad osservare con crescente preoccupazione l’insorgere di una forma di dipendenza da Internet che potrebbe su un medio lungo termine arrivare a definire un vero e proprio disturbo.
La maggior parte delle persone sono in grado di integrare il tempo trascorso on-line nella loro vita in maniera sana ed equilibrata, qualcuno è invece a rischio di sviluppare una forte dipendenza che spesso si manifesta con l’aumento eccessivo del tempo trascorso online e che va a sostituirsi o sovrapporsi agli impegni lavorativi e scolastici, ed alle relazioni con amici e famigliari.

Una dieta ricca di cibo industriale aumenta il rischio di depressione

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Una dieta ad alto contenuto di alimenti preparati industrialmente aumenta il rischio di depressione: questo il risultato di uno studio condotto da ricercatori dell’ University College di Londra che hanno pubblicato il frutto delle loro ricerche su un campione di 3500 persone di mezza età reclutate tra i dipendenti pubblici inglesi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista British Journal of Psychiatry, prendeva in considerazione un arco temporale di cinque anni, durante i quali i partecipanti allo studio sono stati suddivisi in base alla dieta quotidiana.

Spazi verdi e benefici per la salute: nuovo studio

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Vivere accanto ad ampi spazi verdi ha effetti benefici per la salute. Sembra un fatto scontato, ma la recente ricerca pubblicata su Journal of Epidemiology and Community Health ha verificato tale affermazione attraverso un accurato studio scientifico, che ha rilevato come ciò sia particolarmente vero per quanto riguarda l’incidenza di malattie mentali.
Lo studio riporta i dati raccolti da ricercatori del VU University Medical Center di Amsterdam, che ha analizzato un campione di 350.000 persone grazie ai dati forniti da 195 medici di famiglia.

Terapia cognitivo-comportamentale mirata la migliore delle psicoterapie per trattare la bulimia

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Una specifica forma di talk therapy risulta particolarmente efficace e rapida nell’aiutare le persone con disturbi bulimici a controllare e bloccare i loro comportamenti non salutari.
Questo il risultato di una ricerca che ha messo a confronto diverse discipline di psico-terapia per combattere la bulimia, rilevando che la terapia cognitivo-comportamentale è quella che offre i risultati migliori.
I ricercatori, provenienti dalla University of Western Sydney in Australia hanno pubblicato i loro risultati sul Cochrane Database of Systematic Reviews, una pubblicazione a cura della Cochrane Collaboration, un’organizzazione internazionale che si occupa di valutare i lavori e le scoperte della ricerca medica.
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