Obesità infantile e rischio di morte prematura

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La recente campagna promossa da Michelle Obama, la first lady statunitense, contro l’obesità infantile, è un impegno la cui importanza viene confermata giorno per giorno da sempre nuove ricerche.
Come il recente studio, realizzato per conto dei National Institutes of Health statunitensi che ha individuato un altra conseguenza decisamente seria dell’obesità nei bambini, il fatto cioè che questi sono più a rischio di morte prematura rispetto ai loro coetanei.
I dati che sostengono questa tesi provengono da un lungo studio condotto in Arizona su bambini indiani americani, più di 4800 individui seguiti per un arco di tempo lungo 25 anni.

Valutare i livelli di colesterolo già da giovani

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Chi pensa che le malattie cardiache ed i problemi di colesterolo siano un affare della mezza età si sbaglia. Almeno secondo le recenti raccomandazioni degli esperti, come quelle espresse dal Dott. Anand Rohatgi, un cardiologo del programma di prevenzione in cardiologia presso l’UT Southwestern Medical Center.
Secondo il ricercatore, ed è anche il parere di altri esperti, uno screening del colesterolo, un indicatore chiave nello sviluppo di malattie cardiache, dovrebbe iniziare già ai 20 anni di età, e dovrebbe essere rivisto almeno una volta ogni 5 anni.

Framingham Heart Study

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Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e di malattia negli Stati Uniti. Per questo motivo nel 1948, è stato istituito il Framingham Heart Study, sotto la direzione del National Heart Institute e con la collaborazione dell’Università di Boston. Il grande progetto di ricerca, iniziato in quell’anno era indirizzato ad identificare quali fossero i più comuni fattori di rischio delle malattie cardiovascolari attraverso lo studio di un’intera comunità urbana, Framingham nel Massachusetts.

Un campione di 5.209 uomini e donne di età compresa tra i 30 ed i 62 anni sono quindi stati sottoposti periodicamente ad esami medici ed approfondite interviste sullo stile di vita ogni due anni. Nel 1971 la ricerca ha coinvolto anche la generazione di abitanti successiva, 5124 persone che rappresentavano i figli e coniugi del campione di popolazione originario arruolato nella prima fase.

Alti livelli di lipoproteine legate all’insorgere di malattie cardiache

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Un recente studio di genetica ha dimostrato che, nel sangue, gli alti livelli di lipoproteina, una molecola che trasporta i grassi nell’organismo, sono legati ad un maggior rischio di malattie cardiache.
Secondo i ricercatori dell’Università di Oxford, autori dello studio, la ricerca stabilisce un punto fermo sulla relazione tra lipoproteina e malattie cardiache.

Elevati livelli ematici di LPA, come vengono chiamate in letteratura le lipoproteine, erano già da tempo al centro di forti sospetti, ma grazie alla nuova ricerca l prova sembra essere definitiva.

Problemi di arteriosclerosi anche tra gli antichi egizi

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Una recente ricerca su antiche mummie egiziane ha evidenziato che oltre ai fattori di rischio tipici della vita moderna, l’uomo ha avuto già in passato problemi cardiovascolari come lo sviluppo dell’arteriosclerosi.

Un’equipe mista di ricercatori, composta da scienziati dell’Università di California, del Mid America Heart Institute, del Wisconsin Heart Hospital e della Medical School di Al Azhar al Cairo, ha effettuato scansioni ai raggi X su 22 mummie conservate al Museo Archeologico del Cairo.
Arterie indurite e placche provocate dall’accumulo di colesterolo sono state ritrovate nelle mummie sottoposte allo studio.

Sottopeso ed eccessivamente obesi muoiono prima

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Le persone sottopeso e coloro che sono estremamente obesi statisticamente muoiono prima delle persone di peso normale, anche se le persone leggermente sovrappeso sembra abbiano maggiori chanches di vivere più a lungo di chi ha un peso nella norma. E’ quanto rilevato da uno studio realizzato da un’equipe medica proveniente da diverse importanti strutture di ricerca americane, tra le quali l’Università di Statistica canadese, il Kaiser Permanente Center for Health Research, l’Università Statale di Portland, la Oregon Health & Science University e la McGill University.

Scoperta una proteina che aumenta il livello di colesterolo nei topi

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Una recente ricerca da parte di scienziati statunitensi della Rockefeller University ha scoperto che nella produzione di “colesterolo cattivo” un ruolo importante è giocato da una singola proteina, denominata PXR, che una volta attivata contribuisce alla produzione di alti livelli di colesterolo, un fenomeno che è alla base di molti disturbi e malattie nell’uomo tra i quali l’arteriosclerosi ed il rischio di infarti ed ictus.
E’ la prima volta che un equipe di ricercatori riesce a provare l’impatto diretto di questa proteina nel bilanciamento dei livelli di colesterolo nel corpo.
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