Il Natale è fonte di stress ma basta saperlo gestire

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In alcune persone il Natale è fonte di forte stress ed ansia fino ad arrivare alla depressione vera e propria (magari anche soltanto stagionale), a causa di una serie di fattori e di incombenze alle quali è impossibile sottrarsi.
Regali, pranzi con parenti con cui non si va molto d’accordo, il ricordo di qualcuno che non c’è più sono tutti elementi che, se gestiti male, possono soppraffare l’umore della persona che, in certi casi può arrivare persino ad avere attacchi di panico veri e propri.
Il tutto si somma anche al pensiero di difficoltà economica che, nella maggior parte dei casi, porta nei soggetti più vulnerabili uno stato di totale smarrimento da cui non si riesce a percepire una possibile via d’uscita.

Sesso per combattere le nevrosi

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Da alcuni studi che sono stati effettuati recentemente si è dimostrato che le coppie che soffrono di forte nervosismo si sentono molto più appagate sessualmente.
La nevrosi indica una vasta serie di disturbi che causano un conflitto di emozioni che nella maggior parte dei casi sfociano in depressione, ansia e negatività.
Le persone che hanno elevati livelli di nevrosi solitamente dichiarano di essere meno soddisfatte delle relazioni e quando si sposano, spesso il matrimonio finisce, sfociando in un inevitabile divorzio.
Alcuni ricercatori americani hanno seguito 72 coppie nei primi quattro anni di matrimonio chiedendo loro quale fosse il loro grado di soddisfazione matrimoniale e quante volte facessero sesso.
Nei primi sei mesi di matrimonio le coppie intervistate hanno dichiarato di avere rapporti sessuali una volta a settimana, metre solo tre volte al mese nel periodo successivo.

Facebook e gli attacchi d’ansia

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Stress ed ansia possono essere provocate anche da i contatti sui social network portando anche a problemi seri per la salute.
The Lancet, prestigiosa rivista medica, ha pubblicato uno studio promosso dai un gruppo di medici italiani che ha presentato il caso di un ragazzo colpito da attacchi d’asma ogni volta che si trovava a leggere il profilo della sua ragazza su Facebook.
Il giovane che ha accusato sintomi della depressione quando è stato lasciato dalla sua ragazza, che aveva tolto l’amicizia virtuale al malcapitato e aveva intrecciato nuovi rapporti virtuali con altri ragazzi sul social network, si è creato un nuovo account e aveva chiesto l’amicizia a lei sotto falso nome.

La rabbia aiuta a raggiungere gli obiettivi

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La rabbia è ritenuta un sentimento negativo che obnubila la mente e aumenta la pressione arteriosa ma in realtà, se utilizzata nel modo giusto, diventa un motore per raggiungere gli obiettivi.
Secondo i ricercatori di un università olandese infatti, la rabbia attiverebbe alcune aree dell’emisfero sinistro del cervello che in genere sono associate alle emozioni positive.
Le persone diventano quindi motivate a fare qualcosa di concreto per raggiungere l’obiettivo che risulta essere gratificante per loro.
Così è stato condotto un esperimento, sono stati raggruppati alcuni volontari alla visione di alcuni oggetti comuni su un monitor, come ad esempio una penna o un piatto, prima però che comparisse l’oggetto in quesione, sul monitor compariva per un brevissimo lasso di tempo la foto di un viso con un’espressione neutrale, oppure arrabbiato o con esperssione di dolore e i volontari associavano inconsciamente all’oggetto che si palesava sullo schermo poco dopo.
Successivamente, ai volontari è stato chiesto di stringere una manopola nel momento in cui desideravano un oggetto, chi la stringeva più forte lo otteneva, accaparrandosi il premio. Il risultato è stato che coloro i quali vedevano immagini di volti rabbiosi tendevano a stringere molto di più.

Tipologie di mobbing

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Verso la fine degli anni Ottanta, lo psicologo svedese Heinz Leymann ha parlato di mobbing nell’accezione in cui la consideriamo oggi, ossia quell’insieme di comportamenti violenti che portano all’esclusione di un individuo all’interno di un ambiente lavorativo.
Il termine mobbing in Italia si inizia ad usare a metà degli anni Novanta grazie allo psicologo del lavoro Haraid Ege che spiega il fenomeno come una forma di terrorismo psicologico sul posto di lavoro, che si manifesta tramite comportamenti aggressivi e vessatori da parte dei colleghi o dei datori stessi.
Esistono diverse tipologie di mobbing: verticale, orizzontale, collettivo, esterno e doppio mobbing.
Mobbing verticale: avviene quando è attuato da un superiore nei confronti di un dipendente subordinato o viceversa, sia dal singolo dipendente nei confronti del capo o di un gruppo di colleghi verso il datore di lavoro.

Mobbing che cos’è e cosa provoca

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Da qualche anno in Italia si è dato un nome ad un fenomeno che c’è sempre stato ma che soltanto adesso è diventato un caso, il mobbing.
Il mobbing indica una serie di comportamenti violenti che vanno dagli abusi psicologici a alle vessazioni ed all’allontanamento che vengono perpetrati da una o più persone nei confronti di un individuo più debole, prolungato nel tempo che genera in chi ne è vittima un forte stress emotivo fino ad arrivare ad una vera e propria sensibilità alla depressione che innesca appunto un circolo vizioso per la paura di essere presi dall’ansia.
il trmine mobbing è stato coniato negli anni Settanta dall’etologo Konrad Lorenz, il quale voleva descrivere un comportamento aggressivo tra individui facenti parte di uno stesso gruppo con lo scopo di escludere un membro dello stesso gruppo.

Grey’s anatomy e il Dr.House sono pericolosi?

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Ormai nei palinsesti televisivi si vedono a tutte le ore telefilm che hanno come protagonisti medici da E.R. Medici in prima linea a Grey’ s Anatomy passando per il Dr. House che non fanno nulla di male, ma se guardati ossesivamente possono creare delle patologie.
Infatti la visione di queste serie televisive possono far accrescere in modo esponenziale la preoccupazione ai propri problemi di salute, reali o fittizzi, fino ad arrivare ad una vera e propria ipocondria.

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