Come si trasmette la toxoplasmosi

di Redazione

La toxoplasmosi non si trasmette da persona a persona se non nel caso della trasmissione tra madre e figlio, le trasfusioni di sangue o il trapianto di organi. Altri mezzi di trasmissione sono gli animali, in particolare il gatto.

gatto

La toxoplasmosi è una malattia causata da un protozoo parassita, il Toxoplasma gondii. E’ un parassita molto comune nel mondo, ed in alcuni paesi la toxoplasmosi raggiunge percentuali di contagio elevatissime, soprattutto nei climi caldi ed umidi. In molti casi il sistema immunitario è in grado di neutralizzare la presenza del parassita, che quindi resta nel corpo ma non procura danni. Ma ci sono alcune categorie a rischio, in particolare le donne in gravidanza e le persone immunodepresse.

Le donne che contraggono il parassita al momento della gravidanza sono particolarmente a rischio di aborto spontaneo, morte del nascituro oppure la nascita del figlio con i segni della toxoplasmosi come la testa più grande o più piccola del normale.

Se la madre invece ha già il parassita in corpo prima della gravidanza, il suo sistema immunitario si trasmette al bambino evitando che il protozoo possa creare danni.

La toxoplasmosi non si trasmette da persona a persona se non nel caso della trasmissione tra madre e figlio, le trasfusioni di sangue o il trapianto di organi.

Le principali vie di trasmissione del parassita sono invece:

Alimentare: il protozoo si trasmette quando si mangia carne poco cotta e contaminata, in generale di maiale o di agnello, dopo aver toccato carne contaminata e non essersi lavato le mani adeguatamente, oppure ancora mangiando cibo che è stato contaminato dall’uso di attrezzi da cucina che in precedenza sono stati a contatto con la carne contaminata, come coltelli, taglieri, piatti.

Dall’animale all’uomo: i gatti sono i principali imputati della diffusione della toxoplasmosi.

Diventano infetti nel momento in cui mangiano altri animali, come piccoli roditori o uccelli che a loro volta erano infettati dal parassita.

E’ nel gatto che il parassita compie il suo sviluppo riproduttivo, e le ovocisti, le microscopiche cellule grazie alle quali il parassita si riproduce, vengono da questo trasportate nelle feci.

Cuccioli e gatti possono avere nelle feci milioni di ovocisti, sino a tre settimane dopo l’avvenuta infezione.
Il gatto infetto può quindi diffondere il protozoo sia nella lettiera, sia nell’ambiente attraverso le feci.

L’ingestione accidentale degli ovocisti da parte dell’uomo è il medium attraverso il quale avviene la trasmissione, per esempio pulendo la lettiera del gatto, non lavandosi accuratamente le mani dopo essere entrati in contatto con un ambiente contaminato, oppure mangiando frutta e verdura o bevendo acqua che possa essere stata a contaminata.

Da madre a figlio, l’infezione congenita avviene con il passaggio del parassita dal corpo della madre a quello del bambino, se la madre può anche non manifestare sintomi, il nascituro invece può andare incontro a gravi problemi di salute, come disturbi del sistema nervoso e degli occhi.

Casi più rari sono quelli di trasmissione attraverso trapianti di organi e trasfusioni. Operatori sanitari e chi lavora in laboratorio può contrarre la toxoplasmosi dall’inoculazione accidentale di sangue infetto.

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