Esofagite alimentazione

di Redazione

Una volta diagnosticata l'esofagite o il reflusso gastroesofageo..

riso in bianco

Sono moltissime le persone affette da esofagite, molte delle quali non sanno di averla fino al momento in cui viene eseguita loro una gastroscopia che consiste nell’introdurre una piccola telecamera sonda all’interno dell’esofago in modo da diagnosticare eventuali malformazioni o infiammazioni.

Una volta diagnosticata l’esofagite o il reflusso gastroesofageo, che può essere di primo, secondo e terzo grado, è utile iniziare una terapia farmacologica, in genere attraverso l’assunzione di particolari IPP (inibitori di pompa protonica) come ad esempio Omeprazolo, Lansoprazolo ed il più recente Esomeprazolo, farmaci che però devono essere prescritti dal proprio medico curante.



Gli IPP altro non fanno che ridurre la quantità di acido presente nello stomaco, un soggetto normale in genere produce circa 2 litri di acido al giorno, con gli inibitori questa quantità viene ridotta.

E’ utile ridurre la dose degli IPP in maniera delicata e mai passare ad esempio dal 20mg di omeprazolo a niente senza aver fatto prima un ciclo con quello da 10mg. Può succere l'”effetto elastico“, ovvero la quantità di acido prodotto potrebbe balzare a livelli superiore alla norma. Oltre alla terapia farmacologica è indispensabile fare attenzione al cibo che si assume oltre che alzare la sponda del letto per dormire leggermente obliqui in modo da non far risalire gli acidi dello stomaco per i quali l’esofago non è immune (da qui l’infiammazione).

Chi è affetto da esofagite deve avere una corretta alimentazione che consiste nel mangiare poco e frequente evitando quindi lunghi digiuni, evitare di bere alcolici, evitare di bere tè, caffè e bevande acide come ad esempio il succo di pomodoro, di arancia e i succhi in generale . La menta, il pepe e il peperoncino sono sontanze molto infiammanti e sono perciò da evitare.

Alcuni soggetti possono bere un caffè al giorno o un tè avendo però l’accortezza di berlo a stomaco pieno. L’ideale sarebbe bere acqua naturale, ma molti medici affermano che pochi centimetri cubi di anidride carbonica nello stomaco non crea problemi. Bere un bicchiere di acqua fresca dopo mangiato aiuta a digerire meglio il cibo ingerito. Sono da evitare i fritti, verdure lunghe da digerire o che creano acidità come ad esempio i pomodori e gli spinaci. Banana, melone e anguria sono frutti molto pesanti e per alcuni soggetti sono difficili da digerire. Altra cosa da evitare sono i brodi di carne o il bollito di carne che provoca molto acido. Evitare cibi grassi come i latticini e i formaggi stagionati.

I salumi concessi in genere sono bresaola e prosciutto crudo. In ogni caso ogni singolo soggetto, su consiglio del proprio medico curante, può capire in maniera autonoma cosa mangiare.

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