Merendine e snack, i distributori automatici e l’obesità infantile

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I distributori automatici di snack contribuiscono notevolmente all’aumento dei rischi di obesità infantile.
Sono questi i risultati di una inchiesta condotta dalla British Heart Foudation, che ha rilevato come, nonostante in Inghilterra già dal 2007 tali distributori sono vietati nelle scuole e la pubblicità di snack e bevande gasate sia vietata in TV, la diffusione di distributori automatici di snack è ancora un fenomeno che può influire sulla salute di ragazzi e ragazze giovani.

Donne obese: il peso acquisito in eccesso durante la gravidanza si perde con difficoltà

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Le donne obese che aumentano il loro peso durante la gravidanza per più di 7 chili tendono a non riuscire a perderlo anche dopo il parto.
E’ quanto affermano in uno studio alcuni ricercatori statunitensi del Kaiser Permanente Center for Health Research in Oregon.
Raccolti dati su quasi 1700 donne obese (con indice di massa corporea di 30 punti o superiore) che hanno partorito tra il 2000 e il 2005, i ricercatori hanno rilevato che circa il 70% delle donne studiate superavano l’aumento di peso consigliato per loro. Il 40% di queste, una volta partorito, non sono riuscite a perdere il peso in più accumulato.

Nei bambini una maturazione precoce delle ossa legata all’ipertensione

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Un nuovo studio, pubblicato ad ottobre su Hypertension, ha rivelato esserci uno stretto rapporto tra l’insorgere della ipertensione e l’età biologica delle ossa precoce nei bambini. Coloro cioè che risultano avere una maggior maturità delle ossa rispetto all’età anagrafica, sembra siano più facilmente inclini a sviluppare in seguito l’ipertensione sanguigna.
I ricercatori hanno compiuto la ricerca su un gruppo di 108 bambini in Polonia, sottoposti ad una radiografia della mano sinistra, dalla quale i medici potevano stabilire l’età cronologica delle ossa, che può differire, nei bambini, dall’età anagrafica, di qualche mese ma anche anche di qualche anno.

Il vino bianco rovina lo smalto dei denti

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Il vino bianco ha effetti negativi sullo smalto dei denti.
Lo afferma un recente studio di ricercatori tedeschi comparso recentemente su Nutrition Research.
Gli scienziati sostengono che non conta né l’annata del vino, e nemmeno la sua qualità, l’origine della produzione o la gradazione alcoolica, quello che conta è l’acidità del vino (misurata in pH) e la durata del suo contatto con il dente.
Per verificarlo i ricercatori hanno studiato cosa avveniva su denti immersi nel vino bianco per un giorno intero.

L’inquinamento colpisce duramente gli obesi

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L’inquinamento atmosferico sembra colpire più duramente le persone obese, determinando un aumento significativo della pressione sanguigna.
Lo affermano i ricercatori della School of Public Health and Health Sciences dell’Università del Massachusetts, recentemente autori di uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health. Se in passato l’inquinamento atmosferico era stato associato a disturbi come asma, diabete e malattie cardiache, la novità della ricerca è il tentativo di verificare quale impatto essa possa avere sulla forma fisica dell’individuo.

Con pochi soldi moltissime calorie

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Sebbene sia uno studio che prende in considerazione un ambiente diverso dal nostro, quello delle grandi metropoli americane, i risultati della ricerca condotta da studiosi del Center for Obesity Research and Education presso la Temple University statunitense potrebbe far riflettere anche molti genitori italiani.
Lo studio, pubblicato su Pediatrics, è stato condotto sugli studenti delle scuole primarie di Filadelfia, che venivano intervistati e monitorati nei loro acquisti al “corner shop”, prima e dopo l’uscita dalla scuola.
Il corner shop potrebbe essere equiparato, nelle città italiane, alla panetteria o alla latteria o al piccolo supermercato rionale.

Terapia cognitivo-comportamentale mirata la migliore delle psicoterapie per trattare la bulimia

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Una specifica forma di talk therapy risulta particolarmente efficace e rapida nell’aiutare le persone con disturbi bulimici a controllare e bloccare i loro comportamenti non salutari.
Questo il risultato di una ricerca che ha messo a confronto diverse discipline di psico-terapia per combattere la bulimia, rilevando che la terapia cognitivo-comportamentale è quella che offre i risultati migliori.
I ricercatori, provenienti dalla University of Western Sydney in Australia hanno pubblicato i loro risultati sul Cochrane Database of Systematic Reviews, una pubblicazione a cura della Cochrane Collaboration, un’organizzazione internazionale che si occupa di valutare i lavori e le scoperte della ricerca medica.
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