Cioccolato benefico per il cuore

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Nel periodo di Pasqua si consuma molto cioccolato, e per qualcuno ciò potrebbe essere una fonte di preoccupazione sia per la dieta che per la salute. Eppure di recente uno studio realizzato da ricercatori tedeschi ha evidenziato come il cioccolato potrebbe avere degli effetti salutari e preventivi nei confronti di malattie cardiache.
Secondo lo studio, che ha seguito un campione di popolazione di circa 20.000 unità per circa 8 anni ha osservato che consumare cioccolato (con moderazione) riduce il rischio di infarti o ictus di circa il 40%.
Lo studio, pubblicato di recente sulla rivista European Heart Journal, riprende ricerche già effettuate in passato, ed è il primo ad approfondire gli effetti del cioccolato su un periodo di tempo così lungo.

L’abuso di alcool incentiva scelte alimentari più dannose

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Il bicchiere di vino rosso o il boccale di birra non aggiungono solo calorie alla dieta quotidiana, ma incentivano anche pessime abitudini alimentari, secondo quanto scoperto da uno studio congiunto di alcuni importanti organismi scientifici e medici statunitensi, tra i quali il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, il National Cancer Institute, ed il Dipartimento americano dell’agricoltura.
Pubblicato sulla rivista Journal of American Dietetic Association, lo studio ha rilevato che il consumo di bevande alcoliche è associato ad una dieta di scarsa qualità.

Diete estreme e dimagramento forzato in crescita tra le donne asiatiche

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Nella maggior parte dei paesi industrializzati la magrezza nella donna è celebrata al punto da causare l’insorgenza e l’aumento di disturbi alimentari come anoressia e bulimia anche molto seri e gravi. Tale ossessione è un fenomeno in crescita attualmente anche nelle metropoli cinesi, dove il culto della magrezza sta diventando, come in Occidente, un grosso problema sociale e sanitario. Peggiorato, sembra, dalla percezione culturale della bellezza, che vuole la donna magra e filiforme.
Secondo Philippa Yu, psicologa clinica presso l’Hong Kong Eating Disorder Association, esiste un limite “magico” cui aspirano le donne cinesi, 100 libbre, l’equivalente di 45,5 kg, un obiettivo da raggiungere indipendentemente dall’altezza e dal peso corporeo originario.

Esiste la dipendenza da “junk food”?

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Le persone obese spesso sostengono che a loro piacerebbe mangiare di meno ma che non ci riescono. Un recente studio pubblicato su Neuroscience rivela che ci può essere più di un fondo di verità in questa affermazione.
Una teoria che troverebbe la sua conferma nella ricerca eseguita su un gruppo di topi da laboratorio. Questi, nutriti con “cibo spazzatura” (quello che gli inglesi chiamano junk food costituito prevalentemente da cibi industriali ed alimenti ricchi di grassi e di zuccheri), non solo hanno in poco tempo acquisito peso corporeo, ma sono risultati sviluppare un’attitudine compulsiva nei confronti del cibo, al punto da non rinunciarvi nemmeno quando, per raggiungerlo, dovevano sopportare una sgradevole scarica elettrica.

I conflitti bellici influiscono sulla crescita in statura dei bambini

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I bambini iracheni nati nelle zone più coinvolte nell’attuale conflitto sono più bassi di statura rispetto alla media. E’ quanto appurato da ricercatori britannici che hanno esaminato i dati provenienti dall’ufficio statistico centrale iracheno. Secondo quanto risulta i bambini di alcune aree in particolare, nelle province centrali e meridionali dell’Iraq, sono in media di quasi un centimetro (0,8 cm) più bassi.
Questo fenomeno secondo i ricercatori della Università di Londra dimostra come i conflitti bellici possono influire pesantemente sullo sviluppo fisico dei bambini.
Lo studio, presentato alla conferenza annuale Royal Economic Society, ha analizzato l’altezza dei bambini durante i primi tre anni della guerra verificando così che la scarsa crescita può essere un problema serio.

Grassi polinsaturi i migliori per la salute del cuore

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Sostituire i grassi saturi con grassi più sani riduce il rischio di malattie cardiache di un quinto. Lo affermano studiosi statunitensi della Harvard Medical School, che hanno recentemente pubblicato un report che analizzava otto recenti studi, che, presi nel loro insieme, coinvolgevano un campione di 13.000 persone.
Un ulteriore prova dunque che conferma come i grassi polinsaturi, presenti in alcuni oli vegetali e nei pesci, sono utili a ridurre la presenza del cosiddetto colesterolo cattivo, quello responsabile dell’accumulo di placche sulle pareti delle arterie che possono alla lunga causare problemi al flusso del sangue.

Ridurre il sale nei cibi, un’obiettivo per le industrie alimentari

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La lotta che Michelle Obama ha intrapreso contro la diffusione dell’obesità tra gli adolescenti e la popolazione americana in generale sembra aver ottenuto i primi risultati sul fronte della sensibilizzazione delle industrie alimentari. Così in questi giorni si è appreso che l’azienda alimentare Kraft, tra le più potenti multinazionali del settore, sta prendendo in considerazione un progetto che dovrebbe andare a ridurre il sale del 10% nei suoi prodotti entro i prossimi 2 anni.
Può sembrare poco, ma una recente ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, ha appurato che una riduzione di tale dimensione su scala nazionale ridurrebbe in quel paese di circa 32 milioni di dollari i costi per la salute.
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