E’ possibile migliorare le facoltà cognitive nella sindrome di Down?

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Una nuova ricerca fornisce le basi perchè in futuro si possano attivare cure mediche per il deficit cognitivo associato alla sindrome di Down.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, è stata realizzata su topi da laboratorio modificati geneticamente in modo da presentare una condizione analoga a quella della sindrome di Down. Gli scienziati hanno appurato che i topi analizzati riescono ad utilizzare il loro cervello e le funzioni cognitive in maniera più efficace quando si potenzia la norepinefrina, un neurotrasmettitore che ha un ruolo importante nella comunicazione tra le cellule cerebrali.

Dalle cellule staminali nuova pelle per aiutare nella cura di ustioni gravi

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Un’equipe di ricercatori francesi sostiene di aver trovato il modo di utilizzare le cellule staminali embrionali dell’uomo per creare porzioni di pelle che potrebbero essere utilizzate per curare coloro che sono stati colpiti da ustioni molto gravi.
Innestate nei topi, le cellule staminali si sono trasformate in pelle umana nell’arco di 12 settimane.
Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Lancet, la nuova tecnica potrebbe in futuro risolvere i problemi di rigetto.
Sono circa 20 anni ormai che per i pazienti con gravi ustioni si utilizza una tecnica che prevede la realizzazione in laboratorio di nuova pelle formata dalla cellule del paziente, da trapiantare al posto di quella danneggiata dalle ustioni.
Il problema è che tale procedura è lenta, occorrono infatti circa tre settimane prima che il nuovo tessuto si sia formato.

Una proteina coinvolta nella crescita dei tumori può essere attaccata chimicamente

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Gli scienziati hanno trovato un modo per “disarmare” una proteina che si pensa abbia un ruolo fondamentale nello sviluppo della leucemia ed altre forme tumorali. E’ una nuova strada per realizzare terapie efficaci che potrebbero in futuro aiutare a curare tumori ed altre malattie.
Non è la prima volta che si tenta questo approccio, il tentativo cioè di attaccare con sostanze chimiche le proteine inducendole a cambiare il loro modo di influenzare i geni, ma fino ad ora molte di queste risultavano inattaccabili dai farmaci.

Cellule staminali per curare disfunzioni renali di origine genetica

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Ricercatori della Harvard Medical School hanno sperimentato un sistema di cura a base di cellule staminali che sembra essere promettente per curare alcuni tipi di disfunzioni renali.
I test sono stati effettuati su topi da laboratorio, che presentavano un difetto genetico simile a quello che nell’uomo, soprattutto tra gli adolescenti, provoca una malattia genetica progressiva delle reni che provoca insufficienza renale, conosciuta come Sindrome di Alport.

Una nuova tecnologia velocizza la produzione di cellule staminali da tessuti diversi dall’embrione

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La produzione di cellule staminali è una frontiera della ricerca medica che solleva grandi dibattiti nella società, soprattutto per il fatto che fino ad alcuni anni fa le cellule staminali venivano prelevate dall’embrione, e molti settori della società ritenevano che l’uso di questi, potenzialmente una nuova vita, per produrre cellule staminali non fosse un’operazione eticamente accettabile.
Per questo motivo la ricerca ha tentato vie alternative, cercando il modo di ottenere cellule staminali da altri organi del corpo umano, evitando in questo modo l’uso degli embrioni.

Un osso creato in laboratorio da cellule staminali

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Utilizzando cellule staminali creare un osso umano in laboratorio. Una vera sfida per la scienza la medicina, che sembra aver fatto progressi notevoli in questa direzione, visto il recente successo ottenuto da ricercatori statunitensi della Columbia University che sono riusciti a creare una porzione di un osso mandibolare in laboratorio, utilizzando le cellule staminali dello stesso paziente.
Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences illustra il processo grazie al quale ciò è stato reso possibile.

Cellule epatiche dalle cellule della pelle

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Scienziati del Medical College of Wisconsin sono riusciti a produrre con successo cellule epatiche attraverso l’utilizzo di cellule della pelle degli stessi pazienti.
E’ una scoperta che potenzialmente apre la strada a futuri trattamenti terapeutici per curare una vasta gamma di malattie che colpiscono il fegato.
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Hepatology, illustra la procedura con la quale i ricercatori statunitensi sono arrivati ad ottenere questo risultato.
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