Sindrome sgombroide

pesce

Ultimamente è balzato agli onori della cronaca l’anisakis, un verme presente all’interno delle viscere dei pesci, che se viene involontariamente ingerito provoca forti dolori addominali che possono addirittura portare alla morte.
Questo verme può essere ingerito quando si mangia pesce crudo, come sushi e sashimi, che non è stato precedentemente lasciato in freezer per 24 ore a meno 20 gradi centigradi poichè le larve non sono state debellate dalle viscere del pesce.
Un’altra sindrome che può verificarsi consumando prodotti ittici mal conservati è la sindrome sgombroide che è un’intossicazione molto comune, seconda solo alla ciguatera.
Questa sindrome viene di solito associata al consumo di determinate specie di pesci che vengono refrigerate o conservate in modi del tutto inadeguati dopo essere stati pescati.
I pesci in questione sono: sgombro, tonno, sardina e acciuga.

Dispepsia, come curarla

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La dispepsia è un dolore persistente e fastidioso che dura all’incirca un mese ed è localizzato nella zona addominale e provoca nausea e senso di sazietà precoce.
Viene quindi classificata come sindrome che, come tale, determina alti costi sociali dovuti alle visite mediche ed esami endoscopici inappropriati.
Infatti prima di tutto bisogna distinguere tra dispepsia funzionale ed organica che corrispondono nel primo caso a problemi legati all’assunzione di farmaci mentre nel secondo a problemi gastrointestinali come ulcere o metaboliche come l’ipertiroidismo o il diabete.

Aspirina e morbo di Crohn: esiste un legame?

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Un nuovo studio britannico rileva che le persone che prendono l’aspirina ogni giorno hanno un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Crohn, un disturbo che può avere effetti anche molto seri sulla condizione di salute dell’apparato digerente. Un legame, quello tra aspirina e morbo di Crohn, rilevato durante una ricerca che ha monitorato 200 mila volontari di diversi paesi europei di età compresa tra i 30 ed i 74 anni. Un legame tuttavia molto ridotto, con una probabilità che l’aspirina influisca sullo sviluppo del morbo di Crohn in proporzione di uno a duemila.

Antibiotico per curare l’intestino irritabile

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Due settimane di trattamento con un antibiotico particolare, rifaximin, sono efficaci nel ridurre i sintomi ed i disturbi legati alla sindrome dell’intestino irritabile. E’ quanto hanno appurato i ricercatori in forze presso il Cedars-Sinai Medical Center, che prossimamente presenteranno i risultati della loro ricerca sperimentale alla Digestive Diseases Week che si tiene a New Orleans.

Uno studio clinico su più di 1200 pazienti, ha così dimostrato che il farmaco è in grado di ridurre le espressioni sintomatiche del male, come la diarrea, il dolore ed il gonfiore all’addome, e che tale trattamento ha inoltre la capacità di perdurare nella sua efficacia per circa 10 settimane.

Una pillola per sopportare meglio la colonscopia

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Un motivo per cui molte persone temono la colonscopia deriva dalla lunga e fastidiosa preparazione all’esame, che spesso richiede che il paziente debba bere un ingente quantitativo di liquido che ha la funzione di pulire l’intestino prima di procedere con l’ispezione con la sonda.
Un recente studio di settore ha però sperimentato una pillola che potrebbe risolvere il disagio.
Sono i ricercatori dell’Henry Ford Hospital ad aver testato una particolare pillola, che attualmente viene utilizzata come cura per la stipsi cronica, permettendo così al paziente di assumere solo la metà del liquido previsto.

Aspirina efficace contro il mal di testa

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Secondo una ricerca condotta dalla Systematic Cochrane Review, che ha esaminato dati provenienti da 13 studi recenti l’aspirina è in grado di ridurre il dolore causato dall’emicrania nel 50% delle persone che la assumono in un arco temporale di non più di due ore.
I ricercatori hanno inoltre verificato come una singola dose di aspirina riduce anche alcuni delle manifestazioni sintomatiche dell’emicrania come nausea, vomito e ipersensibilità per suoni e luci.
La revisione degli studi in questione comprendeva dati provenienti da un campione di 4222 individui: i ricercatori del John Radcliffe Hospital di Oxford hanno scoperto come sia i dolori moderati che le gravi emicranie risultano essere attenuate dall’uso dell’aspirina in una persona su quattro con una dose unica di 900-1000 mg di aspirina.

Ipnosi contro la sindrome da intestino irritabile

Hypnotherapy

L’ipnosi potrebbe essere utile per alleviare i sintomi della sindrome da intestino irritabile, e potrebbe essere un ottimo trattamento anche in relazione ai costi. Lo sostiene un gastroenterologo britannico, Roland Valori, editore della rivista Frontline Gastroenterology, che rivela come dei 100 pazienti messi in cura con l’ipnosi, si sono avuti miglioramenti dei sintomi in 9 casi su 10.
Nonostante precedenti ricerche, risalenti agli inizi degli ani ’80, abbiano dimostrato l’efficacia dell’ipnosi, il medico sostiene che essa viene utilizzata di rado.
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