Aspirina e morbo di Crohn: esiste un legame?

di Redazione

L'aspirina è nota per la sua capacità di ridurre il rischio di malattie cardiache, ma è anche risaputo che può avere effetti problematici sullo stomaco, e di recente, sugli animali, è stata provato che è difficile anche per l'intestino.

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Un nuovo studio britannico rileva che le persone che prendono l’aspirina ogni giorno hanno un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Crohn, un disturbo che può avere effetti anche molto seri sulla condizione di salute dell’apparato digerente. Un legame, quello tra aspirina e morbo di Crohn, rilevato durante una ricerca che ha monitorato 200 mila volontari di diversi paesi europei di età compresa tra i 30 ed i 74 anni. Un legame tuttavia molto ridotto, con una probabilità che l’aspirina influisca sullo sviluppo del morbo di Crohn in proporzione di uno a duemila.

E, come sottolineano i medici, che può essere evidente soprattutto in determinate condizioni come la presenza di una predisposizione genetica allo specifico disturbo gastrointestinale.

L’aspirina è nota per la sua capacità di ridurre il rischio di malattie cardiache, ma è anche risaputo che può avere effetti problematici sullo stomaco, e di recente, sugli animali, è stata provato che anche per l’intestino l’aspirina non è certo un toccasana.

I ricercatori hanno osservato, durante la ricerca, che l’uso di aspirina per un anno e più ha incrementato il rischio di malattia di Crohn di cinque volte.

Tuttavia lo studio suggerisce soltanto che esiste un possibile legame tra l’uso dell’aspirina ed il disturbo, ma non è stato in grado di dimostrare se effettivamente l’aspirina aumenta il rischio. Inoltre la ricerca non si è soffermata sulla quantità di aspirina assunta dai volontari quotidianamente.

Ma perchè l’aspirina aumenterebbe il rischio di contrarre il morbo di Crohn? Secondo il Dott. William J. Sandborn, gastroenterologo della Mayo Clinic, questa potrebbe contribuire allo sviluppo del male perchè andrebbe a danneggiare il rivestimento interno dell’intestino, che, nelle persone predisposte geneticamente, attiverebbe le condizioni per lo sviluppo del morbo.

Lo studio non ha trovato invece nessun legame tra l’uso di aspirina e la colite ulcerosa, un altro disturbo digestivo.

In futuro sono necessarie ulteriori ricerche per valutare meglio la possibile associazione tra aspirina e morbo di Crohn, anche se i medici insistono sul fatto che il farmaco ha comunque evidenti effetti benefici per ridurre il rischio di malattie cardiache e svolge un lavoro di prevenzione anche nei confronti di altri mali come il tumore al colon-retto.

Fonte HealthDay

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