Sintomi angina pectoris

cuore

L’angina pectoris in sé non è una malattia quanto piuttosto un sintomo che generalmente occorre nel caso di disturbi alle coronarie, tra le più diffuse malattie cardiache.
Disturbi alle coronarie si verificano quando una materia grassa, denominata placca, si deposita sulle pareti interne delle arterie coronariche, che hanno la funzione di portare il sangue al cuore. Tale accumulo di placche è definito dal termine aterosclerosi.
La placca provoca l’indurimento delle arterie, e la riduzione della portata di sangue verso il muscolo cardiaco.
Se il flusso di sangue non risulta più sufficiente, si ha un forte dolore al petto(angina) e l’attacco di cuore (infarto).

Il divieto di fumare ha ridotto gli infarti più del previsto

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Secondo due diversi studi, pubblicati in questi giorni su autorevoli riviste come Circulation e Journal of American College of Cardiology, le leggi che vietano di fumare nei locali pubblici hanno ridotto i casi di attacchi cardiaci in percentuali maggiori delle previsioni, addirittura fin ad un terzo.
I tassi di attacco cardiaco in Inghilterra sono scesi, secondo le ricerche, di più del 10% da quando, nel luglio 2007 è stata introdotta la legge che vietava il fumo nei locali pubblici.

L’aria inquinata fa aumentare la pressione del sangue

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Respirare aria inquinata anche solo per due ore può contribuire ad aumentare la pressione arteriosa e quindi il rischio di malattie cardiovascolari.
Un nuovo studio realizzato da un’equipe di ricercatori dell’Università del Michigan, punta il dito su uno dei problemi più comuni nei grandi centri urbani, l’inquinamento, ponendolo in relazione ad un fattore di rischio che finora non era stato preso in considerazione.
Si sapeva già infatti che l’inquinamento può provocare danni all’apparato circolatorio, allergie, dermatiti di vario genere, ma ancora non si era valutata l’influenza che esso potesse avere sulla pressione del sangue.

Vivere in luoghi rumorosi aumenta il rischio di alta pressione

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Uno studio svedese afferma che le persone che vivono vicino a strade rumorose hanno un rischio maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa.
I dati, forniti da ricercatori dell’Università di Lund, in Svezia, hanno riportato l’analisi di questionari somministrati su un campione di 28.000 persone residenti in differenti quartieri della città.
Secondo la ricerca, un’esposizione giornaliera a rumori che toccano i 60 decibel si è rivelata un fattore di rischio per la pressione arteriosa superiore del 25%, un risultato da prendere in seria considerazione.

Caffeina e diete non salutari espongono al rischio di aritmie cardiache

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Le persone che bevono molto caffè, ma che non seguono una dieta mediterranea sono più a rischio di avere fibrillazione atriale, che si manifesta quando il cuore batte in maniera irregolare e scostante, provocando sintomi come fiato corto, senso di fatica, ed aumentando i rischi di ictus.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università degli Studi di Modena, si è basato su una serie di questionari, somministrati a pazienti cui era stato recentemente diagnosticata aritmia cardiaca, che riguardavano le loro abitudini alimentari compreso il consumo di caffeina.

Broccoli e cavoli efficaci contro l’arteriosclerosi

broccoli

I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno scoperto uno dei motivi per cui verdure come broccoli, cavoli e cavolfiori sono salutari per il cuore.
Una sostanza chimica trovata in queste verdure infatti influisce su un meccanismo naturale di difesa che protegge le arterie.
E’ noto che malattie come l’arteriosclerosi generalmente sono provocate dall’accumulo di placche nel tessuto arterioso: queste placche non si formano in maniera uniforme su tutto il sistema arterioso, ma tendono ad accumularsi in punti precisi, là dove curve e ramificazioni dei vasi sanguigni rendono il flusso di sangue più lento.

Nei diabetici la carenza di vitamina D aumenta il rischio di malattie cardiovacolari

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Ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno voluto approfondire il meccanismo, già evidenziato da passati studi, per cui a bassi livelli di vitamina D nei pazienti con il diabete, corrisponde un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari.
I ricercatori hanno scoperto che ciò accade perchè nei pazienti diabetici con bassi livelli di vitamina D le cellule del sangue non riescono ad elaborare il colesterolo in maniera normale, e quindi questo comincia ad accumularsi nel sistema arterioso, aumentando i rischi di infarto ed ictus.
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