Sexercise, l’attività sessuale come fattore di prevenzione

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Secondo un recente articolo comparso sul sito web NHS Direct, un organismo di informazione alla salute britannico, un’intensa attività sessuale può ridurre il rischio di attacchi di cuore e aiuta le persone a vivere più a lungo: le endorfine rilasciate durante l’orgasmo stimolano le cellule del sistema immunitario, il che può essere di grande aiuto sia nel prevenire malattie terribili come i tumori, sia nell’avere effetti benefici su problemi meno gravi come l’insorgere delle rughe.

Secondo un’esperta di salute sessuale, Melissa Sayer, intervistata dal quotidiano britannico Guardian, se da un lato è utile che venga promosso il benessere sessuale, non è però ancora così scientificamente provato che un intensa attività sessuale sviluppi effetti benefici su tumori o malattie cardiache.

Nuove tecniche per l’angioplastica

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Angioplastica è quell’intervento che si rende necessario quando le arterie coronariche risultano bloccate dal formarsi di un coagulo di sangue che impedisce il normale afflusso di questo all’interno del cuore, con la conseguenza di causare infarti e blocchi nel funzionamento del muscolo cardiaco. Fino ad oggi l’angioplastica si eseguiva introducendo all’interno delle arterie una sonda che, una volta giunta in vista del grumo di sangue allargava le pareti dell’arteria e frantumava il coagulo permettendo nuovamente l’afflusso di sangue. Una tecnica efficace nella maggior parte dei casi, ma che ha sempre avuto una controindicazione.

Alti livelli di lipoproteine legate all’insorgere di malattie cardiache

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Un recente studio di genetica ha dimostrato che, nel sangue, gli alti livelli di lipoproteina, una molecola che trasporta i grassi nell’organismo, sono legati ad un maggior rischio di malattie cardiache.
Secondo i ricercatori dell’Università di Oxford, autori dello studio, la ricerca stabilisce un punto fermo sulla relazione tra lipoproteina e malattie cardiache.

Elevati livelli ematici di LPA, come vengono chiamate in letteratura le lipoproteine, erano già da tempo al centro di forti sospetti, ma grazie alla nuova ricerca l prova sembra essere definitiva.

Orologio biologico e problemi di cuore

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Uno studio pubblicato da poco su Nature Medicine ha avanzato l’ipotesi che le malattie cardiovascolari possano essere legate ad un malfunzionamento dell’orologio biologico del nostro organismo.
Il malfunzionamento dell’orologio biologico, che ha una forte influenza sul nostro organismo inteso come fabbrica di sostanze ed elementi chimici, è già stato collegato in passato a molte altre malattie, e questa ricerca, condotta su topi da laboratorio da ricercatori della Kyoto University, apre nuovi spiragli alla comprensione di questo fenomeno, già individuato essere un fattore di primaria importanza per l’aumento della pressione del sangue, un fattore di rischio arcinoto per le malattie cardiache, nei lavoratori sottoposti a turni stressanti e sempre diversi, in coloro che lavorano viaggiando spesso per lunghe distanze ed in coloro che hanno disturbi nel sonno.

Durante le festività aumentano gli attacchi cardiaci

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Se precedenti ricerche avevano appurato esserci un aumento dei casi di attacchi di cuore durante il periodo invernale, questo era stato attribuito al fatto che il freddo potesse essere in qualche modo responsabile dell’aumento dei casi, perchè metteva a dura prova il cuore. Tuttavia, un recente studio, durato 12 anni e condotto nella contea di Los Angeles, ha evidenziato che tale associazione non è comprensibile perchè qui l’inverno è mite, e quindi non si può imputare al freddo le ragioni dell’aumento del numero di attacchi cardiaci. La ragione deve essere un’altra.

Essere turbolenti da adolescenti pregiudica le aspettative di vita

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Una storia turbolenta da giovani ed adolescenti aumenta il rischio di morte prematura o di avere problemi di salute una volta diventati adulti, già a partire dalla soglia dei 48 ani di età.
Sono i risultati a cui è giunto un recente studio di ricercatori britannici, che hanno seguito un campione di 411 ragazzi che nel 1961 avevano tra gli 8 ed i 9 anni.
Nel gruppo di coloro che a 10 anni manifestavano una serie di comportamenti anti-sociali, tra i quali la tendenza a non frequentare la scuola o avere rapporti conflittuali con i coetanei, e che all’età di 18 anni hanno avuto i primi problemi con la legge il 16,3%, ovvero circa un sesto, all’età di 48 anni risultavano essere deceduti o avere grossi problemi di salute ed un grado più alto di disabilità.
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