Patogenesi delle neoplasie

di Redazione

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Affinché una cellula si configuri come tumorale, deve accumulare una serie di danni al suo sistema di controllo della riproduzione. Prova ne è che il cancro è una malattia genetica delle cellule somatiche. Qual è, dunque, la patogenesi delle neoplasie?Tutte le cellule cancerose e precancerose presentano alterazioni, spesso molto estese, del loro assetto cromosomico (cariotipo): il numero di cromosomi presenti nel loro nucleo può essere alterato e i cromosomi stessi sono danneggiati, multipli o mancanti (aneuploidia): questa osservazione, fatta all’inizio del XX secolo da David von Hansemann e Theodor Boveri, fu la base della teoria dei tumori come “malattie cromosomiche” accettata in medicina fino alla scoperta della struttura del DNA a metà del secolo scorso e del meccanismo delle mutazioni genetiche.

L’alterazione cromosomica delle cellule tumorali è talmente estesa da fornire la prova che in ogni caso di tumore tutte le cellule cancerose discendano da una unica cellula madre mutata (popolazione cellulare clonale): tutte infatti condividono la stessa esatta forma di danno genetico, tanto complessa da rendere altamente improbabile l’eventualità di due cellule madri diverse che hanno subito per caso la stessa serie di mutazioni.

Il casuale disordine genetico che caratterizza le cellule tumorali spiega l’estrema variabilità per aspetto, effetti, sintomi e prognosi delle molte forme di cancro note.

Alla base della patogenesi del tumore c’è la mutazione di determinati geni:

  • i proto-oncogeni,
  • i geni oncosoppressori,
  • i geni coinvolti nella riparazione del DNA.

Questi ultimi sono quelli che garantiscono la stabilità genetica perché se altri geni sono mutati per azione per esempio di agenti cancerogeni, questi riparano il DNA prima che vada incontro alla replicazione, prima cioè che queste mutazioni diventino stabili.
Il cancro può colpire persone di ogni età, ma le persone anziane sono colpite con maggiore frequenza, perché i danni genetici tendono ad accumularsi con il tempo.

Le mutazioni necessarie che una data cellula deve accumulare per dare origine a un cancro sono le seguenti, e sono comuni a tutti i tipi di cancro:

  • acquisizione dell’autonomia moltiplicativa per sopravvenuta incapacità a sottostare ai meccanismi regolatori della proliferazione cellulare;
  • assenza di inibizione dipendente dalla densità (le cellule normali si moltiplicano fino a una definita densità cellulare, raggiunta la quale diventano quiescenti);
  • ridotta capacità di adesione con altre cellule o componenti tissutali;
  • assenza di matrice extracellulare (spesso digerita da proteasi) che favorisce l’invasione di tessuti normali adiacenti;
  • angiogenesi: formazione di nuovi vasi sanguigni per fornire ossigeno e fattori nutritivi alle cellule tumorali;
  • riduzione o perdita della capacità differenziativa;
  • acquisizione della capacità di replicazione illimitata per effetto dell’espressione della telomerasi o con sistemi alternativi chiamati “ALT” (Alternative Lengthening of Telomeres);
  • riduzione o perdita della possibilità di andare incontro a morte cellulare programmata (apoptosi).
  • perdita della cosiddetta inibizione da contatto.

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