Tè verde previene il tumore al polmone

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Per migliaia di anni, in Cina, Giappone, India e Thailandia, il tè verde ha costituito un vero e proprio toccasana, utilizzato nell’alimentazione ed anche per le sue proprietà curative, al punto che un vecchio proverbio cinese afferma che è meglio restare tre giorni senza cibo che uno solo senza tè.
Sia in Asia che in Occidente tale antica usanza è quindi stata sottoposta a studi e ricerche per verificare se effettivamente il tè verde costituisse un alimento naturale dall’alto valore di prevenzione per alcuni disturbi e malattie.
Recenti studi hanno così verificato che esso risulta particolarmente utile nel prevenire il colesterolo alto, le malattie cardiache, l’artrite reumatoide, disturbi al sistema immunitario ed al fegato.
Un recente studio, condotto da ricercatori della Chung Shan Medical University di Taiwan hanno verificato che tale effetto di prevenzione del tè verde risulta particolarmente significativo anche nel caso dei tumori al polmone.

40% dei tumori potrebbero essere prevenuti

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Circa il 40% dei tumori potrebbero essere prevenuti se si smettesse di fumare, di mangiare troppo, di ridurre l’assunzione di alcoolici, facendo regolarmente attività fisiche ed utilizzando i vaccini che riducono il rischio di infezioni cancerogene.
E’ questo il rapporto fornito dall’International Union Against Cancer rivolto ai governi ed all’opinione pubblica in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro appena trascorsa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cancro è responsabile di un decesso su otto nel mondo, cifre superiori a quelle provocate da malattie come la malaria, l’AIDS e la tubercolosi messe insieme, e, se non avverranno cambiamenti radicali, nel 2030 il tetto di decessi annui potrebbe salire dai 7,6 milioni di decessi attuali fino ai 17 milioni.

Nuovi fattori di rischio per la leucemia

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I ricercatori hanno scoperto quattro nuove varianti genetiche che aumentano il rischio di contrarre una delle principali forme di leucemia, una conferma ulteriore di come i fattori di rischio per uno dei più temuti tumori del sangue possano essere ereditari.
Grazie ai risultati della recente ricerca di scienziati dell’Istituto Europeo per la Ricerca sul Cancro oggi sappiamo che sono ben 10 le varianti genetiche che possono essere associate all’insorgere della leucemia linfocitica cronica, il tipo più comune di leucemia negli adulti che rappresenta circa il 30 al 40 per cento di tutte le forme di leucemia nei paesi occidentali.

Nuove ricerche su un farmaco anti cancro

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Gli scienziati hanno scoperto come funziona un farmaco, ricavato da alcuni funghi parassiti, e che in passato si è rivelato essere efficace nella cura dei tumori.
Pubblicata su Journal of Biological Chemistry, la scoperta viene dai ricercatori dell’Università di Nottingham, che sono convinti che questa ricerca permetterà in futuro di rendere farmaci analoghi a questo ancora più efficaci ed utili.

La cordicepina, questo il nome della sostanza, conosciuta già nell’antica medicina cinese, originariamente veniva ricavato da una rara specie di fungo parassita che vive sui bruchi.

L’Alzheimer riduce il rischio di tumori e viceversa

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Le persone che hanno la malattia di Alzheimer hanno meno probabilità di sviluppare il cancro, e viceversa.
Questo sostiene un recente studio pubblicato su Neurology, realizzato da ricercatori della School of Medicine dell’Università di Washington.

La ricerca si è basata sullo studio di un campione di 3,020 persone di età media di 65 anni, coinvolte in un’ampia ricerca, Cardiovascular Health Study, che ha permesso di seguirli per cinque anni per verificare l’insorgere di sintomi di demenza senile, e per otto anni per verificare l’insorgere di tumori.

Esami su proteina del fegato per il suo ruolo nei tumori

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Saperne di più su una proteina presente nel fegato sarebbe di grande aiuto nel trattamento terapeutico di disturbi come infiammazioni, fibrosi e tumori che colpiscono il fegato.
Lo sostengono ricercatori di un team misto di scienziati provenienti da Giappone e Stati Uniti che hanno pubblicato una ricerca in merito sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

Vitamina D e linfoma

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Nei pazienti con un tipo di linfoma, il linfoma a grandi cellule B diffuse, i livelli di vitamina D presenti nell’organismo sembrano essere strettamente collegati alla progressione del tumore ed alle probabilità di sopravvivenza.
I ricercatori della Mayo Clinic, uno dei più importanti centri di ricerca statunitensi, hanno scoperto questo legame molto evidente studiando 374 pazienti cui era stato in precedenza diagnosticato questo tipo di linfoma.
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