Gotta e succhi di frutta

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La gotta è una malattia che viene ritenuta appartenente al passato (che ha colpito molti personaggi illustri tra cui Carlo Magno, Charles Darwin, Giulio Cesare e Galileo Galilei) ma che è ancora presente ai nostri giorni, presentando gli stessi sintomi di allora.
Un recente studio ha dimostrato che questa malattia è causata da un malfunzionamento di un gene nel 20% dei casi.
La causa di questa malattia è la presenza di di acido urico in percentuali molto elevate nel sangue che si deposta nelle articolazioni e nei tendini.
Da una ricerca si è evinto che la gotta può essere incrementata nelle donne dall’assunzione di uno o due bicchieri di succo di frutta, ma fondamentalmente è legata ad un’errata alimentazione che comprende un’elevata assunzione di grassi animali e di bevande alcoliche associata ad altri fattori come l’obesità, il diabete e l’ipertensione.

Farmaco per la gotta utile per alleviare l’angina

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Un farmaco comunemente utilizzato per trattare la gotta, l’allopurinolo, potrebbe in futuro essere impiegato per trattare l’angina.
Lo rivelano alcuni ricercatori della Dundee University, che hanno di recente pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista medica The Lancet.
I forti dolori al petto provocati dall’angina si manifestano quando il muscolo cardiaco si trova in una condizione di scarsa ossigenazione. Un sintomo relativamente comune nelle malattie cardiache e che è responsabile spesso di un abbassamento sensibile della qualità della vita, soprattutto per le persone che ne soffrono cronicamente.

Sintomi gotta

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I sintomi della gotta possono essere suddivisi in 4 distinte fasi che corrispondono allo sviluppo del disturbo:
La fase asintomatica è quella iniziale, durante la quale nella persona affetta da iperuricemia inizia l’accumulo di cristalli di urato intorno a tendini ed articolazioni. Sebbene non si avvertano sintomi, questa è una fase importante perchè inizia l’effetto dannoso del deposito.
La fase acuta si verifica quando l’accumulo dei cristalli provoca un’infiammazione. Di riflesso ciò provoca dolore, arrossamento, gonfiore, e vampate di calore che possono durare giorni o addirittura settimane.
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