Michelle Obama stimola le industrie alimentari a lottare contro l’obesità

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Quando la First Lady statunitense Michelle Obama ha deciso, alcuni mesi fa, di scendere in campo per combattere l’obesità infantile, un fenomeno che negli Stati Uniti ha le caratteristiche di una vera e propria piaga sociale, si era pensato che le industrie alimentari avrebbero fatto in qualche modo la loro parte, anche se non si sapeva ancora in che modo.
In questi giorni la signora Obama ha annunciato che l’impegno di grandi aziende come Kraft, PepsiCo e Kellogg è una realtà di fatto, dato che questi hanno dichiarato la volontà di tagliare nei loro prodotti 1.500 milioni di calorie nel corso dei prossimi 5 anni.

Diete ricche di grassi aumentano gli effetti dell’asma

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Se è noto che gli alimenti ricchi di grassi non sono salutari per il cuore, ancora nessuno aveva approfondito quanto questi possano entrare in gioco anche per problemi respiratori come l’asma. Ma uno studio recente, realizzato da ricercatori australiani del Hunter Research Institute di New Lambton, ha colmato questa lacuna, scoprendo che i cibi grassi possono compromettere non solo la funzionalità delle vie respiratorie, ma anche, nelle persone già in cura per l’asma, l’efficacia dei trattamenti terapeutici.

Mangiare peperoncino per bruciare calorie e grassi

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Bruciare calorie seduti comodamente a tavola? Secondo gli scienziati del Center For Human Condition dell’Università di California a Los Angeles si può, basta mangiare peperoncino.
E’ quanto i ricercatori hanno affermato durante il convegno nazionale Experimental Biology 2010 che si tiene in questi giorni negli Stati Uniti.
Già in passato alcuni esperti avevano avanzato l’ipotesi che le sostanze piccanti contenute nel peperoncino non solo bruciano la lingua ma aumentano anche di qualche punto la temperatura corporea.

L’abuso di alcool incentiva scelte alimentari più dannose

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Il bicchiere di vino rosso o il boccale di birra non aggiungono solo calorie alla dieta quotidiana, ma incentivano anche pessime abitudini alimentari, secondo quanto scoperto da uno studio congiunto di alcuni importanti organismi scientifici e medici statunitensi, tra i quali il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, il National Cancer Institute, ed il Dipartimento americano dell’agricoltura.
Pubblicato sulla rivista Journal of American Dietetic Association, lo studio ha rilevato che il consumo di bevande alcoliche è associato ad una dieta di scarsa qualità.

Informazioni nutrizionali nei fast food

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Se nel menù dei fast food sono presenti informazioni nutrizionali, quali il numero di calorie presenti in ogni piatto servito, i genitori scelgono con attenzione per i propri figli il menù meno calorico.
E’ quanto rilevato da un’equipe di studiosi della University of Washington a Seattle che hanno sottoposto all’esperimento 99 genitori con figli di età media dai 3 ai 6 anni, ai quali sono stati presentati menù della celebre catena di fast food McDonald’s, la metà dei genitori avevano un menù in cui erano riportate le informazioni circa l’apporto calorico dei cibi, mentre l’altra metà dei genitori sceglieva da un menù privo di indicazioni sull’apporto calorico.

Passeggiare dopo il pranzo di Natale per bruciare le calorie di troppo

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Una delle attività piacevoli del periodo di Natale a parte lo scambio dei doni e degli auguri, è sicuramente rappresentata dai lauti pranzi e dalle generose cene cui si parteciperà con amici e parenti.
Una “fatica” piacevole ma che sovente rischia di insidiare da vicino la propria forma fisica, con un apporto calorico sicuramente oltre la norma.

Si calcola che un solo piatto di quelli tradizionalmente serviti a Natale, in particolare il tacchino farcito, i cotechini o altre carni ed i dolciumi, forniscano in un sol colpo fino a 1500 calorie, praticamente la metà del fabbisogno giornaliero per un uomo ed i tre quarti per una donna.

Consumiamo meno calorie se sono evidenziate nel menù

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Al ristorante si consumano meno calorie se nel menù sono segnate le calorie di ogni piatto ed il fabbisogno giornaliero medio.
Lo hanno osservato i ricercatori del Rudd Center presso la Yale University.
Reclutati 303 adulti, i ricercatori li hanno invitati ad una cena servita in un ristorante. Il gruppo di volontari era però suddiviso in tre gruppi, ad ognuno dei quali è stato proposto un menù che conteneva indicazioni differenti.
Il primo menù comprendeva, accanto ad ogni piatto, il contenuto calorico di questo. Nel secondo tipo di menù, oltre alla segnalazione del contenuto calorico il menù presentava, in evidenza, la cifra dell’apporto calorico giornaliero consigliato in media. Il terzo tipo di menù invece non conteneva alcuna indicazione sulle calorie dei piatti serviti.
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