Ottimismo e salute, un binomio vincente

salute

L’ effetto placebo è conosciuto come quel fenomeno che induce alla guarigione soltanto con la convinzione che la cura sia efficace anche se il medicinale somministrato è inattivo.
Questo è solo un piccolo esempio di ciò che può creare la mente umana in alcuni processi di guarigione e sicuramente un atteggiamento positivo nei confronti di una malattia aiuta a vincerla velocemente.
Il termine placebo deriva dal latino e significa io piacerò e il termine proviene dalle funzioni funebri medievali in cui si recitava ” placebo Domino in regione vivorum ” ossia piacerò a Dio nella terra dei vivi.

Cannabis allevia i sintomi del dolore cronico

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Fumare la cannabis può contribuire a ridurre significativamente il dolore nei pazienti affetti da alcuni tipi di malattie croniche, come riporta BBCNews riferendosi ad una recente ricerca svolta in Canada presso la MCGill University di Montreal e di recente apparsa sulla rivista medica Canadian Medical Association Journal. Sebbene lo studio sia di dimensioni alquanto ridotte, perchè si è sperimentato l’effetto della cannabis solo su 23 pazienti affetti da dolore neuropatico cronico, i risultati sembrano aprire una nuova strada all’utilizzo del principio attivo della cannabis ad uso terapeutico.

Cyberbullismo, un fenomeno in crescita

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Gli esperti cominciano a manifestare sempre più preoccupazione per un fenomeno nuovo sviluppatosi nell’era della comunicazione telematica, il cyberbullismo.
Un recente articolo apparso su HealthFinder rivela come recenti ricerche condotte negli Stati Uniti suggeriscono come almeno il 25% dei bambini di età scolare sono soggetti a questa forma di bullismo che corre attraverso i protocolli di comunicazione telematici, e-mail ed SMS, messaggeria istantanea e social network, sia attraverso il pc che attraverso i telefonini.

Gli anziani ansiosi sono più a rischio di cadute

Cadere per le persone anziane può essere un grave rischio, ed un recente studio ha evidenziato come le persone che hanno maggior paura di cadere hanno un aumento effettivo del rischio che ciò accada.
Lo affermano ricercatori australiani e belgi che di recente hanno pubblicato i dati di una loro ricerca sulla rivista British Medical Journal.
Secondo questi esperti, che hanno esaminato un campione di 500 anziani australiani, l’ansia e la paura di cadere sono fattori da prendere in considerazione perchè sembrano aumentare di fatto il rischio di cadute.

Un uso patologico di Internet fattore di rischio per ansia e depressione tra i più giovani

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I ragazzi giovani che passano troppo tempo su Internet corrono il rischio di sviluppare la depressione, secondo quanto osservato in un nuovo studio australiano, promosso da scienziati della School of Medicine di Sidney e dall’Università di Notre Dame Australia, e realizzato da ricercatori cinesi del Ministero della Pubblica Istruzione e della Sun Yat-Sen University di Guangzhou.

Una ricerca effettuata su un campione di 1081 ragazzi cinesi di età compresa tra i 13 ed i 18 anni, I quali sono stati monitorati per sintomi di depressione ed ansia correlati al loro uso più o meno massiccio di Internet.

L’affetto della mamma promuove un più sano sviluppo emotivo da adulti

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Più una madre accudisce il suo bambino con calore ed affetto, più quest’ultimo avrà meno problemi di ansia, ostilità e disagio nelle relazioni una volta adulto.
Lo suggerisce una recente ricerca realizzata dalla dottoressa Joanna Maselko della Duke University, pubblicata di recente sull’ultimo numero della rivista Journal of Epidemiology e Community Health.
La ricerca si è basata sul monitoraggio di un campione di 482 bambini, seguiti dall’età di 8 mesi fino ai 34 anni di età in media.

Insicurezza nei rapporti interpersonali fattore di rischio per diversi disturbi

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Le persone che si sentono insicure nei rapporti interpersonali possono avere un rischio maggiore di malattie, cardiovascolari e di altro tipo, secondo quanto risulta da una ricerca di recente effettuata da scienziati canadesi della Acadia University.
Grazie all’analisi di dati forniti da uno studio di vasta portata negli Stati Uniti, lo US National Comorbidity Survey Replication, i ricercatori, che hanno valutato un campione di 5.645 adulti, di teà compresa tra i 18 ed i 60 anni, hanno scoperto che le persone che hanno un comportamento denominato “avoidant attachment” (attaccamento ansioso-evitante)ovvero si sentono incapaci di avvicinarsi agli altri o avere persone che dipendono da loro, risultano avere un’associazione evidente con alcuni tipi di dolore cronico come frequenti mal di testa.
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