Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Quanti abbiano sempre creduto vero il detto, molto più popolare e popolano che scientifico, che l’utilizzo dei moderni device tecnologici quali, a titolo puramente esplicativo, personal computer piuttosto che smartphone o tablet pc possa nuocere, ed anche molto gravemente, alla salute cerebrale di colui il quale ami trascorrere diverse ore della giornata in compagnia del proprio preferito strumento di intrattenimento – comunicazione, dovrebbe immediatamente ricredersi poiché, stando a quanto riportato dall’eminente rivista scientifica Mayo Clinic Proceeding, sarebbe in realtà vero l’esatto contrario.

Individuato il funzionamento dei prioni

Individuato il funzionamento dei prioni

Individuato il funzionamento dei prioni

Un nutrito team di ricercatori italiani, facenti riferimento all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, all’Università di Milano, allo University College di Londra e all’Istituto Telethon Dulbecco, al quale sarebbe inoltre stato dedicato l’articolo, pubblicato sull’eminente rivista scientifica Neuron, grazie al quale sarebbe stata possibile la divulgazione internazionale dei risultati della fondamentale sperimentazione scientifica condotta soprattutto in Italia, avrebbe identificato, per la prima volta nella storia, il meccanismo che indurrebbe i prioni, ovverosia le proteine danneggiate responsabili di ogni forma di encefalopatia tra le quali figurerebbe, come ormai noto, il celeberrimo morbo cosiddetto della mucca pazza, a compromettere le normali funzionalità dei neuroni del cervelletto che, come certamente saprete, sarebbe l’area del cervello umano deputata al controllo dei movimenti volontari.

Vino rosso e noci per migliorare e preservare la memoria

Vino rosso e noci per migliorare e preservare la memoria

Vino rosso e noci per migliorare e preservare la memoria

Siamo sicuro che tutti, nel caso in cui venisse scoperto un regime alimentare utile a migliorare nonché preservare la memoria dalla fisiologica degenerazione dovuta all’avanzare dell’età piuttosto che dalla patologica decadenza dovuta alle malattie tipicamente senili quali l’Alzheimer ed il Parkinson, lo applicherebbero seduta stante, così da evitarsi qualsiasi disagio in futuro.

Digiunare per proteggere il cervello

Nel corso dell’annuale meeting dell’AAAS (American Association for the Advancement Sciences o, in italiano, Associazione Americana per l’Avanzamento delle Scienze), in corso di svolgimento a Vancouver, ridente cittadina della provincia canadese della Columbia Britannica, sarebbe stato rivelato il segreto per una migliore sopravvivenza nel caso in sia sia sofferenti di una qualsiasi malattia degenerativa del sistema nervoso centrale piuttosto che di una demenza degenerativa invalidante ad esordio prevalentemente senile quale il Morbo di Alzheimer o la Malattia di Parkinson.

Prevenire l’Alzheimer dormendo a lungo

Un gruppo di medici statunitensi facenti riferimento alla Facoltà di Medicina (o School of Medicine) della prestigiosa Saint Louis University, uno dei più importanti istituti accademici privati del Missouri e degli Stati Uniti d’America, avrebbe dimostrato la correlazione, sebbene non di causa-effetto, tra qualità e quantità del sonno e insorgenza del Morbo di Alzheimer, malattia degenerativa del sistema nervoso centrale delle più gravi e diffuse.

Farmaco antitumorale per curare l’Alzheimer

Un team di neuroscienziati facenti capo alla School of Medicine della Case Western Reserve University, università statunitense, con sede a Cleveland, Ohio, delle più prestigiose e rinomate a livello globale, avrebbe in questi giorni pubblicato, sulle colonne della più importante e famosa rivista scientifica al mondo, ovverosia Science, i risultati di un approfondito studio, condotto negli scorsi anni, finalizzato a dimostrare l’efficacia di alcuni farmaci antitumorali nel trattamento e nella cura dell’Alzheimer, patologia degenerativa del sistema nervoso centrale.

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