Farmaco unico contro diverse forme tumorali?

di Emma

La collaborazione fra tre case farmaceutiche garantirebbe la produzione di un farmaco unico per combattere diverse tipologie di cancro

Un farmaco ad ampio spettro contro il cancro? Potrebbe essere una soluzione più vicina di quanto immaginato visto che da diverso tempo la ricerca scientifica si concentra proprio sull’individuazione di un unico farmaco del genere.

Adesso la speranza potrebbe diventare realtà visto che per la prima volta tre grandi industrie farmaceutiche sarebbero pronte a collaborare e a produrre una classe di farmaci in grado di agire in grado di agire contro diverse le più diffuse e letali tipologie di tumore, tra cui il cancro al seno, alla prostata, al fegato e ai polmoni. Il farmaco in pratica andrebbe a bloccare un gene che favorisce la crescita del tumore e che sembra essere comune a diverse tipologie di neoplasie. Si tratta di un meccanismo riscontrato in molti diversi tumori e che consiste nel controllo della proteina p53.

Le cellule sane hanno un meccanismo naturale che le porta a morire nel momento i cui il loro Dna è eccessivamente danneggiato per poter essere riparato. La proteina p53 va ad innescare naturalmente il processo, ma le cellule tumorali riescono a  disattivare anche la p53 tramite una mutazione o attraverso la sua inibizione. E attraverso il farmaco unico è ricercatori tentano di riattivare la p53 nelle cellule cancerogene in modo tale che possano autodistruggersi senza ulteriore diffusione.

Secondo le prime stime il farmaco unico potrebbe addirittura agire efficacemente contro il 50% di tutti i tumori esistenti conosciuti. L’esperimento condotto potrebbe segnare l’inizio di una rivoluzione genetica nella ricerca contro il cancro anche per poter curare tumori meno diffusi e più rari.

Inoltre il farmaco unico potrebbe ripristinare infatti il meccanismo che induce le cellule danneggiate ad autodistruggersi e in questo senso andrebbe anche ad assumere meno importante l’organo da cui parte il tumore per concentrarsi maggiormente sulla terapia a bersaglio molecolare.

Foto Thinkstock

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