Bere molto influenza la capacità di interpretare le emozioni degli altri

alcool2

Bere molto può influenzare la capacità di riconoscere le emozioni espresse sul viso delle persone che ci stanno intorno. Questi i risultati di uno studio condotto da ricercatori dell’Università di San Diego in California, che hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per monitorare l’attività cerebrale di 15 alcolisti di lunga data, mentre guardavano immagini di volti che presentavano espressioni emotive positive o negative.

Preoccupante aumento del mal di testa tra i giovani

cefalea

L’Università di Exeter, nel Regno Unito ha fatto una ricerca su bambini ed adolescenti inglesi per valutare l’incidenza e la frequenza del mal di testa in quell’età specifica. I risultati, pubblicati sul British Journal of General Practice offrono dati alquanto preoccupanti, secondo i ricercatori.
Il 10% dei ragazzi infatti ha accusato di avere il mal di testa almeno due volte alla settimana.
Secondo i ricercatori questo è un malessere ingiustamente trascurato, visto che per lo stesso disturbo, gli adulti che soffrono di cefalee risultano avere diversi problemi nella vita sociale e lavorativa.

Esercizio fisico e dieta mediterranea prevengono efficacemente il morbo di Alzheimer

brain4

Un nuovo rapporto pubblicato in questi giorni sulla rivista Jama (Journal of American Medical Association), ha evidenziato che associare dieta mediterranea ed esercizio fisico riduce notevolmente i rischi dello sviluppo del morbo di Alzheimer.
Studi precedenti avevano esaminato separatamente l’associazione tra attività fisica e la dieta ed i rischi di contrarre disturbi di demenza senile, e l’intento dei ricercatori è stato quello di analizzare se esaminate insieme queste due condizioni favorissero la riduzione del rischio.

Una mente attiva ritarda l’insorgere della demenza senile

parolecrociate

Un nuovo studio condotto su anziani abitanti del Bronx, un quartiere di New York, ha rilevato che un cervello attivo tiene lontani i sintomi della demenza senile.
I ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, hanno evidenziato nella loro ricerca, pubblicata su Neurology, che ogni giorno in una settimana che una persona dedica ad attività stimolanti per la mente ritarda l’insorgere di fenomeni di demenza di circa due mesi.
Se si era già precedentemente dimostrato che le persone con livelli di istruzione più elevati ritardavano i segni della demenza, con questo studio si è infine appurato che, più che l’istruzione di per se, è l’attività cognitiva che influisce su questo meccanismo.

Una foma di epilessia bloccata nei topi

page

Un equipe di ricercatori è riuscita a bloccare, nei topi da laboratorio, la trasmissione genetica di una forma di epilessia causata da un difetto ad un particolare gene.
Il gene in questione, Atp1a3, ha il ruolo di regolare i livelli di sostanze come sodio e potassio nelle cellule cerebrali.
Proprio lo squilibrio dei livelli di queste sostanze nel cervello è stato identificato, da lungo tempo ormai, come una dei fattori che possono causare alcuni casi di epilessia.

I grumi di proteina amiloide presenti nel cervello molto tempo prima dei sintomi dell’Alzheimer

tac

Un recente studio afferma che la formazione dei depositi di proteina amiloide nel cervello, responsabili dell’interruzione dei processi mnemonici a lungo termine che causano il Morbo di Alzheimer, avviene molto tempo prima che la malattia si manifesti.
Già precedenti ricerche avevano suggerito che accumuli della proteina amiloide che danneggia i neuroni, una caratteristica del morbo di Alzheimer, dovessero essere presenti già molti anni prima delle manifestazioni del male, ma fino ad oggi non era stato possibile evidenziare tale fenomeno negli umani.

Complicazioni neurologiche dall’influenza

brain1

Negli Stati Uniti sono stati registrati 4 casi in cui si sono avute complicazioni neurologiche nei bambini affetti dall’influenza suina, in particolare crisi di epilessia.
Tutti e 4 i bambini sono stati curati in un ospedale di Dallas e sono guariti senza complicazioni, così come è stato riportato in un rapporto del Center for Desease Control, l’agenzia governativa statunitense che si occupa di monitorare ed informare sulla salute della popolazione.
I medici alla notizia non sono rimasti sorpresi, visto che le complicazioni neurologiche e cerebrali legate alle influenze stagionali non sono certo una novità.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.