Emicrania, cosa fare ai primi sintomi

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L’emicrania spesso si manifesta con forti mal di testa, ma può anche presentarsi con altre forme sintomatiche, come nausea, vomito ed una sensibilità estrema per fenomeni come la luce forte ed i suoni alti.
Uno dei modi di combattere il sopravvenire dell’emicrania è sicuramente quello di adottare alcuni provvedimenti al primo segnale del sopraggiungere di un attacco di emicrania.

Alzheimer più a rischio di attacchi epilettici

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Le persone con malattia di Alzheimer hanno un rischio maggiore di attacchi epilettici e convulsioni, secondo un recente studio realizzato da ricercatori del centro di studi Janssen Alzheimer Immunotherapy Research & Development. Per realizzare lo studio i ricercatori hanno analizzato dati provenienti da quasi 15.000 pazienti britannici di età superiore ai 50 anni, confrontando i dati raccolti con quelli di un analogo gruppo di persone della stessa fascia di età ma non colpiti dal male.

Una testa più grande preserva dal morbo di Alzheimer

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Una scatola cranica grande sembra proteggere meglio dai rischi della demenza senile e da malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.
Lo hanno verificato in uno studio di recente pubblicato su Neurology un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Università di Monaco.
Gli scienziati hanno reclutato 270 pazienti provenienti da diversi paesi, Stati Uniti, Canada, Grecia e Germania, ed hanno operato su questi una serie di rilevamenti che comprendevano la valutazione della funzionalità della memoria, la scansione del cervello, test cognitivi ed anche la misurazione della scatola cranica.

Legame tra depressione e demenza senile

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Essere colpiti da depressione può raddoppiare il rischio di sviluppare, da anziani, forme di demenza senile.
Lo suggeriscono due nuove ricerche apparse di recente sulla rivista medica Neurology, che indicano come le due condizioni spesso vanno di pari passo.
Anche se, ribadiscono i ricercatori dell’Università del Massachusetts, non è ancora chiaro quale sia il rapporto causa/effetto tra i due eventi.

Scoperto meccanismo genetico nello sviluppo dell’Alzheimer

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Ricercatori statunitensi hanno scoperto che la mutazione di un gene, associato all’insorgenza precoce del Morbo di Alzheimer, può bloccare un processo chiave di pulizia e di riciclaggio di tossine e proteine nel cervello.
Quando funziona correttamente insomma, questo gene – chiamato presenilina 1 (PS1) – svolge un servizio fondamentale di pulizia aiutando le cellule cerebrali a digerire proteine potenzialmente tossiche, indesiderate o danneggiate.

Fluttuazione della pressione legata al rischio di malattie cerebrovascolari

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Se l’alta pressione è uno dei fattori di rischio riconosciuti per malattie cerebrovascolari, ancora di più lo è quando si è in presenza di forti fluttuazioni nella pressione arteriosa. E’ quanto stabilisce un recente studio realizzato da ricercatori dell’Istituto Taub presso la Columbia University di New York City.
Una ricerca che ha incluso 686 senza segni di demenza senile (una delle conseguenze più comuni delle patologie cerebrovascolari), sottoposti a misurazione della pressione sanguigna tre volte nell’arco di 24 mesi, e a sedute di risonanza magnetica realizzate per verificare la presenza di anomalie o patologie a livello cerebrale.

Anche gli estrogeni giocano un ruolo nel comportamento del maschio

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I modelli di comportamento specifici di genere, maschile e femminile, sono spesso attribuiti al testosterone nell’uomo ed agli estrogeni nella donna, ma un recente studio ha invece rilevato come questa distinzione non sia così netta come si pensava.
Alcuni ricercatori dell’Università di California a San Francisco, che hanno pubblicato di recente uno studio sulla rivista Neuron, hanno scoperto infatti che l’ormone maschile non funziona nel modo in cui si pensava durante lo sviluppo del cervello e del comportamento del maschio quando diventa adulto.
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