Perchè le donne sono più longeve degli uomini?

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In media le donne hanno un’aspettativa di vita superiore all’uomo, vivendo in media cinque o sei anni in più.
Per ogni sei donne sopra gli 85 anni ci sono quattro uomini della stessa età e, nel caso degli ultracentenari, la proporzione è di due a uno a favore delle femmine.
La scienza, per spiegare questo fatto, ha proposto negli anni diverse ipotesi per una plausibile spiegazione e l’ultima apparsa sulla rivista Scientific American è quella più accredidata.
Un’idea comune ad esempio, è che gli uomini hanno una vita più breve perchè conducono una vita più stressante, ma in realtà oggi è stata confutata in quanto il lavoro maschile ormai è uguale a quello femmminile, col fatto però, che le donne oltre al lavoro in ufficio hanno anche l’accudimento della casa e dei figli.
Quindi questo fa facilmente dedurre che le donne risultano essere molto più stressate degli uomini.

Gli uomini sudano di più rispetto alle donne

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Secondo un ricerca apparsa sulla rivista medica Experimental Psysiology, effettuata su un campione di 37 uomini e donne che svolgono abitualmente attività fisica, è risultato che i primi sudano molto di più rispetto alle donne.
E questo rappresenterebbe un enorme vantaggio per loro, in quanto permette di abbassare più velocemente la temperatura corporea duante l’esercizio fisico.
Il gruppo di ricercatori dell’Università di Osaka hanno sottoposto il campione di atleti ad un’intensa seduta di allenamento in bicicletta della durata di un’ora e ha analizzato la quantità di sudore prodotta da ciascuno dei partecipanti all’esperimento e hanno constatato che gli uomini hanno emesso una quantità di sudore quasi doppia rispetto a quella emessa dalle donne.

Fecondazione in vitro

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La fecondazione in vitro o FIVET (Fertilizzazione in vitro con Embryo Transfer ) è una tecnica di fecondazione molto comune che permette di fecondare l’ovulo in una provetta, per poi spostare l’ embrione formatosi nell’ utero.
Questa tecnica fu inventata da Robert Edwards ( che ha appena vinto il Nobel per la medicina ) assieme al ginecologo Patrick Steptoe e nel 1978 nacque la prima bambina in provetta , Louise Brown.
La procedura della FIVET è la seguente: vengono iniettati alla donna dei farmaci che hanno lo scopo di creare più ovuli per poter poi prelevare un maggior numero di ovociti che una volta maturati vengono estratti dall’ utero e messi in un apposito recipiente assieme ai gameti maschili e si aspetta che gli spermatozoi penetrino l’ ovocita.

Nobel a Robert Edwards per la fecondazione in vitro

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L’ inventore della fecondazione in provetta, l’ inglese Robert Edwards è il vincitore del Nobel per la medicina 2010.
Edwards è stato il pionere di una tecnica medica che ha influenzato la società dal 1978 ad oggi facendo sì che più di 4 milioni di persone sono nate con questo metodo.
La prima è stata nel 1978 Louise Brown, prima bambina in provetta, che oggi gode di ottima salute e trascorre una vita normale, ed Edwards ha raggiunto questo risultato strabiliante grazie anche al ginecologo Patrick Steptoe, morto nel 1988, il quale avrebbe vinto anche lui il Nobel se non fosse che non vengono assegnati postumi.
La fecondazione in vitro comunque è la vera vincitrice, la tecnica innovativa grazie alla quale dalla fine degli anni settanta ad oggi ha permesso a molte coppie sterili di poter concepire bambini.

La procreazione assistita influenza il sesso dei nascituri

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Pare che alcuni dei trattamenti di fecondazione assistita possano influenzare il sesso dei nascituri in misura così è elevata che un maggiore ricorso alle procedure potrebbe distorcere gli equilibri di genere, creando seri problemi demografici. Alcuni ricercatori australiani hanno constatato che un particolare tipo di fecondazione in vitro aumenta esponenzialmente le possibilità di concepire un figlio maschio fino al 56% mentre un altro tipo di fecondazione la riduce del 48,7%.
Questo effettivamente potrebbe creare dei problemi se si riflettesse attraverso la popolazione , anche se per ora non è abbastanza marcato da poter essere utilizzato dalle neo coppie per la scelta del esso del nascituro.

Sclerosi multipla: la teoria del dott. Zamboni

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Ieri sera a Le Iene è andato in onda un servizio sui malati di sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa che rallenta drasticamente la velocità degli impulsi nervosi all’interno delle fibre e di come il professor Paolo Zamboni abbia trovato la possibilità di curarla non come una patologia neurologica bensì come un problema cardiovascolare.
Il dottor Paolo Zamboni, nel corso della sua carriera da ricercatore sostenne di aver scoperto che vi fosse una stretta correlazione tra la presenza di vari problemi venosi e sclerosi multipla.
Avendo riscontrato depositi di ferro a livello cerebrospinale, si è spinto a trovare una correlazione tra questi restringimenti venosi patologici, a cui ha dato il nome di Insufficienza venosa cronica cerebrospinale o più semplicemente CCSVI, e la sclerosi multipla, partendo dal presupposto che le vie venose extracraniche sono state poco studiate nei pazienti affetti da sclerosi.

Donazione del cordone ombelicale, perchè farlo

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Fino a qualche anno fa il sangue all’interno del cordone ombelicale veniva solitamente eliminato durante l’espulsione della placenta, che si verifica subito dopo il parto.
Studi recenti invece hanno dimostrato che il sangue contenuto all’interno del cordone ombelicale è ricco di cellule preziosissime, dette cellule staminali emopoietiche che sono presenti anche nel midollo osseo e sono preposte a formare tutti gli elementi corpuscolari del sangue ossia i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.

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