Tassa sulle bibite gassate per un minor apporto calorico

di Redazione

Aumentando di circa 1 dollaro il prezzo medio delle bibite, con un apporto calorico che si riduce mediamente di circa 124 calorie al giorno.

soda

Se il prezzo delle bibite gassate e zuccherate fosse aumentato del 18% circa, i consumatori, presi nella loro globalità, avrebbero una diminuzione di peso di più di 2 chili. E’ quanto appurato da un recente studio condotto da ricercatori dell’Università del North Carolina, che hanno compiuto una vasta ricerca su un campione di popolazione di più di 5000 giovani adulti, seguiti per un periodo di 20 anni.
L’associazione tra l’aumento del prezzo delle bevande e la diminuzione del peso corporeo si verifica, secondo i ricercatori semplicemente aumentando di circa 1 dollaro il prezzo medio delle bibite, con un apporto calorico che si riduce mediamente di circa 124 calorie al giorno.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine.

Sulle basi di questi rilevamenti i ricercatori giungono dunque alla conclusione che un aumento del 18% sul prezzo di soda comporterebbe la diminuzione dell’apporto calorico con un guadagno di circa 2 chili in un anno.

E perdere peso corporeo è uno degli strumenti di prevenzione più importante per evitare un gran numero di patologie, come, per esempio, le malattie cardiache, il diabete e diverse forme di tumore.

L’idea di imporre un’imposta sulla soda è derivata direttamente da quanto successo per il tabacco, per il quale l’imposizione di una tassa ha significativamente ridotto il consumo, e quindi ha contribuito a ridurre le patologie ad esso legate.

Nonostante questa proiezione, la questione di tassare la soda, così come l’idea di aumentare i prezzi di snack e merendine, è ancora ampiamente dibattuta, e, anche alla luce di altri studi e ricerche ci sono ancora forti dubbi che questa possa essere la strada giusta per indurre la popolazione ad adottare diete ed abitudini alimentari più salutari.

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