se i bambini e le persone di età inferiore ai 40 anni hanno più probabilità di ammalarsi, è tra gli anziani che si verifica il più alto tasso di mortalità.
La ricerca, pubblicata on-line sulla rivista The Lancet, riporta l’analisi delle cartelle cliniche dei pazienti ricoverati negli ospedali messicani rilevate dal Mexican Institute for Social Security tra il 28 aprile ed il 31 luglio di quest’anno.
I ricercatori hanno contato 63.479 casi di malattie influenzali, delle quali 6.945 erano i casi di influenza suina conclamata.
Di questi ultimi circa l’1% sono stati i decessi, 63 persone, mentre nel 7% dei casi, 475 pazienti, si è avuto un ricovero ospedaliero che si è risolto con la guarigione del paziente.
Tra quelli la cui età era dai 70 in su i decessi sono stati del 10,3% del totale, al contrario di quanto accaduto nei pazienti di età compresa tra 20 e 29 anni che hanno avuto una percentuale di morte dello 0,9%.
I ricercatori hanno rilevato che il rischio di infezione è diminuito del 35 per cento in coloro che sono stati sottoposti al vaccino per l’influenza stagionale e che malattie croniche aumentano il rischio di decessi di almeno sei volte.
Coloro che non sono stati ricoverati entro 4 giorni dallo sviluppo dei sintomi hanno avuto un rischio di morte superiore del 20% per ogni giorno in più di ritardo nel ricovero.
Le donne in stato di gravidanza hanno coperto circa il 6% dei decessi, un tasso leggermente inferiore a quello degli Stati Uniti dove si è avuto un 8% dei casi di decessi tra le donne in gravidanza nello stesso periodo.
Fonte HealthDay