Perdita dell’olfatto e Alzheimer

di Redazione

La perdita dell'olfatto potrebbe servire come un indicatore precoce dell'insorgere del morbo di Alzheimer.

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Una nuova ricerca eseguita su topi da laboratorio suggerisce che la perdita dell’olfatto potrebbe servire come un indicatore precoce dell’insorgere del morbo di Alzheimer.

Si sapeva già che le persone affetta da questa forma comune di demenza senile soffrono della perdita dell’olfatto, la nuova ricerca ha però voluto approfondire la ricerca per individuare un potenziale legame diretto tra lo sviluppo delle placche amiloidi nel cervello, che originano la mallattia, ed il peggioramento del senso dell’olfatto.

I risultati, riportati sulla rivista Journal of Neuroscience, illustrano la scoperta che i ricercatori hanno fatto: nei topi da laboratorio le placche si sviluppano dapprima nell’area cerebrale dedicata al senso dell’olfatto.

Durante gli esperimenti, i topi affetti dall’Alzheimer risultavano necessitare di più tempo per individuare gli odori ed anche ad individuarne le differenze.

Secondo i ricercatori della New York University School of Medicine e del Nathan S. Kline Institute for Psychiatric Research di Orangeburg, autori dello studio, i risultati sono stati sorprendenti nel senso che i topi sottoposti al test sull’olfatto risultavano sensibilmente meno performanti anche con una quantità minima di placche amiloidi ad un età di 3 mesi (che per i topi è l’equivalente di un giovane adulto umano).

Una scoperta interessante, concludono gli autori della ricerca anche perchè potenzialmente potrebbe contribuire a sviluppare un modello di diagnosi precoce del morbo di Alzheimer attraverso un test dell’olfatto, un metodo decisamente più economico che non la scansione cerebrale.

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