Dipendenza da nicotina

di Redazione

La dipendenza dal tabacco non è solo psicologica ma prima di tutto fisica, come per altre sostanze.

cigarette

Sebbene fossero informazioni conosciute sin dagli anni ’60 del 1900 dagli industriali del tabacco è solo nel 1988 che anche la medicina ufficiale ha finalmente dichiarato che la nicotina è una sostanza che provoca dipendenza.
Tale ritardo che intercorre nella pubblicazione dei dati in possesso delle aziende produttrici di tabacco e le tardive ammissioni della medicina ufficiale purtroppo è da attribuirsi essenzialmente a motivi di carattere economico e di profitto, con la conseguenza che oggi il tabagismo è una delle più diffuse e dannose forme di dipendenza in tutto il pianeta.

Il tabagismo non è solo un fenomeno di dipendenza, psicologica e fisica, ma è anche responsabile di tantissimi problemi a carico della salute, tra i quali pericolose forme tumorali a carico dell’apparato respiratorio, irritazione delle vie respiratorie, aumento della produzione del muco, bronchiti, per non parlare dei pericoli dovuti all’aumento della pressione arteriosa e di tutta una serie di altri danni che il fumatore abituale può provocare al suo organismo e, putroppo, anche a coloro che gli sono vicini.

La nicotina in se e per se non è assolutamente uno degli “ingredienti” più pericolosi presenti nel tabacco, ce ne sono infatti molti altri il cui effetto nell’organismo è sicuramente più pericoloso e dannoso. L’elenco è veramente lungo: si parla, nel fumo di sigaretta, di migliaia di sostanze, alcune, come gli idrocarburi aromatici policiclici, il benzopirene, il benzoantracene sono cancerogene, altre semplicemente irritanti, come l’ammoniaca, o l’acido cianidrico. Vi è poi l’assunzione di monossido di carbonio che si lega all’emoglobina del sangue al posto dell’ossigeno, riducendo quindi l’apporto di questo all’organismo.
Se la nicotina è la meno pericolosa tra le sostanze essa però è la responsabile primaria della dipendenza.
Fisicamente la nicotina è un alcaloide presente nella pianta del tabacco in tutte le sue parti ma concentrato prevalentemente nelle foglie.
Appena assunta attraverso il fumo la nicotina viene assorbita e fatta penetrare nel sangue dai polmoni, in questo modo, in pochi secondi essa giunge al cervello.
Qui la nicotina stimola in particolar modo i neuroni di quella zona del cervello responsabile del cosiddetto “sistema di ricompensa”, che risponde producendo dopamina, una molecola che funziona da neurotrasmettitore, responsabile non solo del senso di benessere e di piacere che proviamo di fronte a certi stimoli, esperienze e sensazioni, ma anche del fatto di spingere l’organismo ad attuare in futuro comportamenti tali da ricercare e replicare tali sensazioni. Per esempio la dopamina viene rilasciata anche come stimolante nel rapporto sessuale.
E’ chiaro dunque che è proprio il fisico a richiedere la nicotina, al di là dei fattori psicologici che possono intercorrere, ed è per questo motivo che la nicotina è stata dichiarata sostanza che crea dipendenza alla stregua di altre, come la cocaina o l’eroina.
Per stabilire in maniera empirica il proprio grado di dipendenza si può ricorrere al Test di Fagerström che è in grado verificare il grado di dipendenza dalla nicotina, ed è costituito da una serie di domande molto semplici con valutazione finale del risultato.

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