Finalmente al via la sperimentazione del dottor Zamboni

di Redazione

Nell'azienda ospedaliera universitaria Sant'Anna, in cui il dottor Paolo Zamboni dirige il centro di malattie vascolari è finalmente giunta l'approvazione del comitato etico che dà il via alla sperimentazione del protocollo

sclerosi

Nell’azienda ospedaliera universitaria Sant’Anna, in cui il dottor Paolo Zamboni dirige il centro di malattie vascolari è finalmente giunta l’approvazione del comitato etico che dà il via alla sperimentazione del protocollo da lui creato, dopo mesi e mesi di battaglie e di appelli, anche da parte di personaggi famosi come Nicoletta Mantovani.
Ricordiamo che il dottor Zamboni, assieme al neurologo Fabrizio Salvi, ha dimostrato una correlazione effettiva tra sclerosi multipla e CCSVI, una malattia che causa un’occlusione delle vene che portano il sangue al cervello che appunto ha come risultato la malattia neurodegenerativa in questione.



Dopo varie interrogazioni parlamentari e temporeggiamenti da parte del ministro alla salute Fazio, ora sembra che si intraveda uno spiraglio per i malati che hanno chiesto di poter essere curati dal dottor Zamboni durante la sperimentazione della cura.
Così il dottore ha dichiarato: “Lo scoglio era il via libera del comitato etico: ora è stato superato. Decisione fondamentale perché permette di avviare una sperimentazione in cui il paziente è protetto. Ora sto aspettando solo che la regione Emilia Romagna faccia il suo comunicato”.
Quindi finalmente 500 pazienti potranno prendere parte al programma di cure sperimentali, nella speranza che altri centri aderiranno alla sperimentazione su tutto il territorio italiano.
Vi saranno due fasi: la prima consisterà in un accertamento di tipo diagnostico e la seconda invece sarà la verifica dell’esito della terapia dell’intervento di liberazione di alcune vene del collo e del torace.
Zamboni però specifica che i fattori della sclerosi multipla sono molteplici e che quindi il suo metodo non potrà essere d’aiuto a tutti i malati e che per poter migliorare il protocollo ci vorranno ancora una decina d’anni.
Però per adesso siamo al primo passo e molte persone finalmente avranno la concreta speranza di una guarigione.
Una buona notizia che è arrivata alla fine del 2010, dando così un ottimo inizio al 2011 a tutti i malati.

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