Onde eletromagnetiche combattono l’Alzheimer

antenne

Nessuno lo avrebbe mai pensato: secondo un recente studio condotto all’Università della Florida, le onde elettromagnetiche contribuiscono a ritardare la demenza senile, ed a migliorare le condizioni del morbo di Alzheimer. E’ questo almeno il risultato ottenuto in una ricerca compiuta su topi da laboratorio, programmati per avere il disturbo, e sottoposti ade onde elettromagnetiche simili a quelle dei telefonini.

Lo studio dell’Alzheimer’s Disease Research Center è stato recentemente pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease.
96 i topi sui quali è stato effettuato l’esperimento, la maggior parte dei quali erano stati geneticamente modificati per sviluppare le placche beta-amiloidi nel cervello, un marker della malattia di Alzheimer. Altri topi invece erano sani.

Il vaccino MPR non è associabile al rischio di autismo

vaccino1

Un recente studio fornisce un’ulteriore prova che il vaccino MPR, (morbillo, pertosse, rosolia) non è associabile ad un aumentato rischio di autismo.

La preoccupazione che questo accadesse proviene da uno studio realizzato circa 10 anni fa da parte di un medico inglese, il dottor Andrew Wakefield, che aveva suggerito, in base ad uno studio condotto su 12 bambini, esserci un legame tra il vaccino e malattie intestinali ed autismo.

Il ginkgo biloba ineficace per curare l’Alzheimer?

ginkgo

Il ginkgo biloba è uno dei farmaci più utilizzati dalla medicina tradizionale cinese, e da anni è considerato come uno dei ritrovati più efficaci per per le funzioni cognitive del cervello, in particolare per la memoria.

Ciò ha fatto si che per anni si sia tentato di utilizzarlo per migliorare la condizione delle persone affette dal Morbo di Alzheimer.
Purtroppo, almeno da quanto rilevato da un recente studio, pubblicato su Journal of American Medical Association (JAMA), sembra che le qualità del ginko non siano efficaci in questo caso.

Apparecchiatura visualizza le immagini elaborate dal cervello

cervello_picnik

Ricercatori dell’ATR Computational Neuroscience Laboratories in Giappone hanno sviluppato una nuova tecnologia per l’analisi del cervello che sarebbe in grado di ricostruire le immagini elaborate dalla mente di una persona e visualizzarle sul monitor di un computer e, secondo i ricercatori, l’ulteriore sviluppo di questa tecnologia potrebbe presto rendere possibile visualizzare le immagini prodotte dalla mente umana durante il sogno.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Neuron, illustra i passaggi grazie ai quali i ricercatori sono riusciti ad ottenere un simile risultato.
Gli scienziati sono stati in grado di ricostruire le varie immagini osservate dai pazienti sottoposti allo studio analizzando i cambiamenti nel loro flusso sanguigno cerebrale, utilizzando una macchina per la risonanza magnetica funzionale.

Aspetti positivi per lo sviluppo nei videogiochi

playstation

I videogiochi sono stati spesso accusati di essere i responsabili della violenza tra i giovani, ed anche di promuovere comportamenti poco sani, come per esempio alimentare la tendenza all’obesità tra i bambini a causa del mancato esercizio fisico, ma un recente studio ha evidenziato che i videogames hanno anche interessanti aspetti positivi, soprattutto nello sviluppo di alcune capacità mentali, cognitive e di reazione.
Lo sostengono i ricercatori del Wheaton College, un’istituzione di ricerca statunitense, in Massachusetts, che hanno coinvolto 20 studenti nella ricerca.

L’Alzheimer riduce il rischio di tumori e viceversa

ct_scan

Le persone che hanno la malattia di Alzheimer hanno meno probabilità di sviluppare il cancro, e viceversa.
Questo sostiene un recente studio pubblicato su Neurology, realizzato da ricercatori della School of Medicine dell’Università di Washington.

La ricerca si è basata sullo studio di un campione di 3,020 persone di età media di 65 anni, coinvolte in un’ampia ricerca, Cardiovascular Health Study, che ha permesso di seguirli per cinque anni per verificare l’insorgere di sintomi di demenza senile, e per otto anni per verificare l’insorgere di tumori.

Un ormone dell’appetito riduce il rischio di Alzheimer

hamburger

Alti livelli di un ormone che ha un ruolo importante nello stimolare l’appetito sembrano essere strettamente legati a minori rischi di malattie degenerative come l’Alzhimer.
Uno studio corposo, quello di un gruppo di ricercatori statunitensi, durato 12 anni, del Boston University Medical Center, che ha coinvolto circa 200 volontari, nell’intento di verificare se la presenza dell’ormone leptina e lo sviluppo del Morbo di Alzheimer ci fosse un associazione evidente.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.