Utilità dei farmaci nei malati di depressione

Utilità dei farmaci nei malati di depressione

Utilità dei farmaci nei malati di depressione

Una recente inchiesta della nota ed affidabile associazione per la tutela e la difesa dei consumatori Altroconsumo, pubblicata sul numero 97 di aprile 2012 della rivista Test Salute, avrebbe messo in discussione l’utilizzo dei più comuni farmaci antidepressivi nel trattamento delle più lievi, leggere e comuni forme di depressione arrivando di conseguenza a sostenere come il malato di depressione possa trarre beneficio dall’utilizzo dei più appropriati rimedi farmacologici solamente nel caso in cui sia gravemente malato di depressione.

Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Usare il computer per migliorare la memoria negli anziani

Quanti abbiano sempre creduto vero il detto, molto più popolare e popolano che scientifico, che l’utilizzo dei moderni device tecnologici quali, a titolo puramente esplicativo, personal computer piuttosto che smartphone o tablet pc possa nuocere, ed anche molto gravemente, alla salute cerebrale di colui il quale ami trascorrere diverse ore della giornata in compagnia del proprio preferito strumento di intrattenimento – comunicazione, dovrebbe immediatamente ricredersi poiché, stando a quanto riportato dall’eminente rivista scientifica Mayo Clinic Proceeding, sarebbe in realtà vero l’esatto contrario.

Conoscere e scoprire l'epilessia

Conoscere e scoprire l’epilessia

Conoscere e scoprire l'epilessia

Conoscere e scoprire l’epilessia, sebbene in realtà non lo sia, potrebbe a ben diritto essere il motto della Giornata Nazionale per l’Epilessia che, come forse saprete, si svolgerà, in tutte le principali piazze di tutte le principali città italiane, sia sabato 5 maggio 2012 che domenica 6 maggio 2012.

Individuato il funzionamento dei prioni

Individuato il funzionamento dei prioni

Individuato il funzionamento dei prioni

Un nutrito team di ricercatori italiani, facenti riferimento all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, all’Università di Milano, allo University College di Londra e all’Istituto Telethon Dulbecco, al quale sarebbe inoltre stato dedicato l’articolo, pubblicato sull’eminente rivista scientifica Neuron, grazie al quale sarebbe stata possibile la divulgazione internazionale dei risultati della fondamentale sperimentazione scientifica condotta soprattutto in Italia, avrebbe identificato, per la prima volta nella storia, il meccanismo che indurrebbe i prioni, ovverosia le proteine danneggiate responsabili di ogni forma di encefalopatia tra le quali figurerebbe, come ormai noto, il celeberrimo morbo cosiddetto della mucca pazza, a compromettere le normali funzionalità dei neuroni del cervelletto che, come certamente saprete, sarebbe l’area del cervello umano deputata al controllo dei movimenti volontari.

Parlare tra sé e sé fa bene al cervello

Parlare tra sé e sé fa bene al cervello

Parlare tra sé e sé fa bene al cervello

Quanti, sostenuti nella propria idea da credenze, detti e tradizioni culturali anacronistiche e popolari, siano sempre stati convinti del fatto che il parlare tra se e se sia un evidente sintomo di instabilità, se non addirittura di vera e propria malattia, mentale dovranno purtroppo, possibilmente leggendo il seguente articolo, ricredersi immediatamente poiché, stando ad alcuni esperti psicologi statunitensi, questa astrusa pratica non solo sarebbe da considerarsi perfettamente normale bensì anche, e soprattutto, davvero benefica poiché, in alcune particolari circostanze, consentirebbe all’individuo addirittura di migliorare le proprie funzione psichiche.

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