Cura Di Bella gratis

di Redazione

Grazie alla decisione del Tribunale di Bari si avallerebbe la possibilità, quanto mai sensazionalistica, che alcune gravissime patologie, quali, per l'appunto, quelle oncologiche, possano venir curate grazie a trattamenti facili e veloci.

La notizia, diffusa in giornata dai principali quotidiani locali e nazionali, ha veramente dell’incredibile: il giudice Maria Procoli, impiegato presso la sezione Lavoro del Tribunale di Bari, avrebbe costretto l’ASL (Azienda Sanitaria Locale) della cittadina pugliese, con una sentenza shock passata in giudicato ma comunque già impugnata dal direttore generale Domenico Colasanto, ad erogare ad un paziente oncologico, gratuitamente, la somatostatina, ormone ipotalamico che il prof. Luigi Di Bella designò quale elemento portante del proprio metodo sperimentale antitumorale.

Peccato però che il Metodo Di Bella, del quale parlammo diffusamente in alcuni nostri articoli di qualche tempo fa, non sia mai stato verificato ne abbia mai dimostrato la propria efficacia, rivelandosi in più occasioni, come evidenziato dai dati raccolti dallo stesso Di Bella nel corso dei propri esperimenti, totalmente, completamente e definitivamente inutile.

SPERIMENTAZIONE DEL METODO DI BELLA

Grazie alla decisione del Tribunale di Bari, contestata a gran voce sia dai responsabili dell’ASL di Bari sia da Carmine Pintu, responsabile nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, o AIOM, non solo si avallerebbe la possibilità, quanto mai sensazionalistica, che alcune gravissime patologie, quali, per l’appunto, quelle oncologiche, possano venir curate grazie a trattamenti facili e veloci la cui efficacia sarebbe stata in più occasioni messa in dubbio dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale, bensì si sottrarrebbero al SSN (Sistema Sanitario Nazionale) della Regione Puglia importantissime risorse economiche delle quali, in realtà, non potrebbe assolutissimamente fare a meno e che, per esempio, potrebbero venir meglio impiegate sia per la sopravvivenza stessa del sistema, le cui carenze strutturali sarebbero gravi e radicate, sia per la sopravvivenza dei pazienti.

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