Come diminuire i bruciori allo stomaco

di Redazione

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Definita come la malattia del terzo millennio, il reflusso gastroesofageo colpisce milioni di persone ogni anno. Curarlo e prevenirlo, ma soprattutto riconoscerlo, è la prima precauzione da adottare affinchè non compaiano le complicanze che lo rendono una malattia cronica e fastidiosa. Nei casi di reflusso gastroesofageo saltuario, occorre, innanzitutto, prestare attenzione a ciò che si mangia, ai pasti come agli spuntini, senza sottovalutare l’effetto delle bevande: il vino, il caffè, il tè e quelle a base di cioccolato stimolano la produzione di acidi nello stomaco, peggiorando la situazione. Masticare a lungo e lentamente ogni boccone, poi, può fare davvero la differenza in questo caso. Quando il reflusso gastroesofageo diventa una vera malattia, invece, si ricorre ai farmaci.

I sintomi del reflusso gastroesofageo sono comuni e facilmente associabili a disturbi meno importanti: per questo spesso vengono sottovalutati, il più tipico è la pirosi, ossia un acidità spesso chiamato di stomaco perché si avverte dolore nella parte alta dell’addome. Generalmente questo fastidio avviene dopo i pasti, in fase di digestione, o appena ci si sdraia, posizione che facilita la risalita dei succhi attraverso la valvola.

Gli altri comuni sintomi del reflusso gastroesofageo sono:
Rigurgito acido. Non è accompagnato da nausee e conati e avviene improvvisamente, spesso in seguito a un cambio di posizione. Provoca una sensazione di amaro in gola.
Salivazione eccessiva. Quando l’acido arriva in bocca, l’organismo si difende con l’iperscialorrea: la saliva, infatti, contiene bicarbonato (sostanza basica), in grado di neutralizzare l’acido.
Difficoltà a deglutire (disflagia). È la sensazione di non riuscire a deglutire nulla, come se ci fosse un blocco nella gola.
Corrosione dello smalto, rovinando i denti.

Ulteriori segnali del reflusso gastroesofageo, meno tipici, sono tosse cronica (soprattutto di notte), dolore toracico (da non confondere con i problemi di cuore), mal di gola, raucedine e alitosi.

Tutti hanno sofferto di reflusso gastroesofageo almeno una volta nella vita. Può capitare perché si sono mangiati cibi particolari o diverse situazioni concomitanti hanno facilitato la comparsa del disturbo. Quando questi episodi sono sporadici, per ritornare in forma bastano semplici accorgimenti a tavola e uno stile di vita sano. Quando invece diventano quotidiani è fondamentale rivolgersi al medico, perché potrebbe trattarsi di malattia da reflusso gastroesofageo, che va curata perché nel corso degli anni può causare serie conseguenze. Infatti, il contatto prolungato con gli acidi può provocare lesioni nell’esofago.

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