Sistema immunitario: segnali biochimici per “ricordarsi” di un attacco virale

di Redazione

Il nostro organismo produce due segnali biochimici in grado di sviluppare cellule ed anticorpi che si “ricordano” dell'attacco di agenti patogeni.

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Un equipe di ricercatori del Southwestern Medical Center, Università del Texas, ha scoperto che il nostro organismo produce due segnali biochimici in grado di sviluppare cellule ed anticorpi che si “ricordano” dell’attacco di agenti patogeni, per meglio contrastarli in futuro.
Le cellule immunitarie sono di due tipi, i linfociti citotossici, il cui ruolo è quello di uccidere le cellule infettate, ed i linfociti helper che hanno invece il compito di secernere i segnali che permetteranno alle cellule killer di memorizzare quali tipi di proteine ha prodotto l’agente patogeno in modo da intervenire ancora più rapidamente nel caso l’infezione si ripresenti.

I ricercatori hanno rilevato che è necessaria la produzione di due molecole, interferone alfa e citochina IL-12, per creare le cellule che manterranno la memoria del passaggio del virus o dell’infezione, ed è proprio l’interferone a svolgere il ruolo chiave di “insegnare” al sistema immunitario come combattere le infezioni ripetute dello stesso virus.

Il sistema immunitario del corpo umano è costituito da due componenti: il sistema innato, che prevede la difesa immediata contro le infezioni, ed il sistema adattivo, grazie al quale vengono prodotte cellule memoria in grado di attivare le giuste difese se occorresse un’ulteriore attacco dello stesso virus.
Il sistema immunitario produce sia la citochina IL-12 che l’interferone alfa in grandi quantità, in risposta a una infezione virale.
Mentre un tempo si pensava che il ruolo di citochina IL-12 ed inteferone fossero gli stessi, grazie a questo studio si è arrivati alla conclusione che essi invece hanno due compiti ben distinti: il primo è molto importante nella subitanea risposta immunitaria, mentre il secondo si occupa della creazione della memoria a lungo termine con cui il nostro organismo si adatta e si prepara efficacemente ai successivi attacchi.
La scoperta dunque di come i linfociti creano questa sorta di memoria è di eccezionale importanza per costruire vaccini sempre più efficaci, una volta che saremo in grado di individuare e di studiare i gruppi di cellule che mantengono la memoria.
Potremo infatti cercare di capire perchè alcuni vaccini sono estremamente efficaci mentre altri non lo sono, e quindi agire di conseguenza, tarando l’azione del vaccino per ogni diverso agente patogeno.

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