Kava, alternativa agli “energetic drinks”

di Redazione

Sulle proprietà della kava i ricercatori non hanno molte informazioni, se non quelle che in questi ultimi anni hanno fatto diventare l'estratto di questa radice un riconosciuto rimedio per combattere gli stati ansiosi, l'insonnia e l'iperattività nei bambini.

kava drink

Sulle proprietà della kava i ricercatori non hanno molte informazioni, se non quelle che in questi ultimi anni hanno fatto diventare l’estratto di questa radice un riconosciuto rimedio per combattere gli stati ansiosi, l’insonnia e l’iperattività nei bambini, con evidenti effetti sedativi.

Ora la kava è diventata anche il prodotto di punta di un singolare operazione di marketing commerciale negli Stati Uniti, perchè costituisce la base di una bibita commercializzata da pochi mesi nell’area della Caliornia, e che sembra avere un discreto successo commerciale. La bibita si chiama Mary Jane’s Relaxing Soda, con un chiaro riferimento alla marijuana, di cui però la bibita non presenta tracce.

L’obiettivo dei produttori è comunque quello di evocare, con questo nome, alcuni degli effetti psicotropi che vengono riconosciuti alla canapa indiana, tra i quali appunto un effetto calmante, ed un senso di pace e di benessere.

La bevanda, insieme ad altre come Slow Cow ed Ex Chills che recentemente hanno fatto la loro comparsa sul mercato, e che secondo alcuni esperti potrebbero essere un boom commerciale nel prossimo anno, viene venduta come alternativa agli “energy drinks” come Red Bull o Burn, bibite famose e diventate successi commerciali degli scorsi anni, che propongono al consumatore bevande ricche di stimolanti, dalla caffeina alla taurina al guaranà, per citare solo le più conosciute e diffuse.

Gli energy drinks sono apparsi in questi anni essere in piena sintonia con le esigenze della vita moderna, in grado cioè di apportare quella carica di energia in più richiesta dalla frenesia della vita quotidiana, sia nell’ambito lavorativo che nel tempo libero.

Le bevande come quest’ultima, a base di kava, invece sembrano voler introdurre una concezione completamente opposta, aiutando il consumatore a calmarsi ed a rilassarsi grazie ad un effetto sedativo e riposante. Un po’ quello che un tempo si usava assumendo infusi e tisane di valeriana o camomilla.

In Polinesia e nelle isole del Pacifico le proprietà di questa radice sono conosciute da millenni, e la radice di kava ha sempre fatto parte della cultura di intere comunità, che la assumevano proprio per ricercare quegli effetti sedativi e calmanti.

Fino ad oggi il gusto particolarmente cattivo della radice non ha favorito il suo impiego come bevanda, ma l’estratto, miscelato con zucchero di canna sembra aver superato la sgradevolezza del gusto, ed i produttori della bibita sono sicuri che la loro bevanda potrà avere in futuro un grande successo commerciale.

Per quanto riguarda le controindicazioni, l’unica che viene riportata è quella proveniente dalla Food & Drug Administration la massima autorità statunitense sul monitoraggio di cibi e farmaci, che mette in guardia coloro che hanno problemi di fegato, o che sono sottoposti a cure farmacologiche che possono interessare il fegato, i quali dovrebbero avvicinarsi alla bibita con cautela, magari dopo essersi consultati con il proprio medico.

Fonte LATimes

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