10 i fattori di rischio nel 90% dei casi di ictus

di Redazione

sono 10 i principali fattori di rischio per l'ictus che da soli coprono circa il 90% dei casi.

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Un esteso studio internazionale ha scoperto che 10 sono i principali fattori di rischio nel 90% dei casi di ictus, con la pressione alta in testa alla classifica.
Nell’elenco, stilato all’interno del vasto studio denominato INTERSTROKE, cinque fattori individuati sono quelli che hanno un rapporto evidente con lo stile di vita: pressione alta, fumo, obesità addominale, dieta ed attività fisica, che da soli coprono circa l’80% delle rischio.
I risultati provengono da una ricerca internazionale, che ha osservato 3000 persone colpite da ictus ed un pari numero di individui sani in 22 paesi del pianeta.

Lo studio pubblicato su The Lancet, elenca i dieci principali fattori di rischio: pressione alta, fumo, attività fisica scarsa, rapporto vita-fianchi, dieta, livelli di grassi nel sangue, diabete, alcool, stress e depressione e disturbi cardiaci.

Nel complesso, la pressione alta è stato valutato come il fattore più importante, e da sola rappresenta più di un terzo dei fattori di rischio.

E ‘importante notare che la maggior parte dei fattori di rischio associati con l’ictus sono modificabili, hanno commentato i ricercatori della McMaster University in Canada, coinvolti nella ricerca, se questi sono tenuti sotto controllo potrebbero avere un impatto di notevole importanza sull’incidenza dell’ictus.

Il controllo della pressione arteriosa è il passaggio più importante, ribadiscono, perché questa svolge un ruolo fondamentale in entrambe le forme di ictus: ischemico, che è la forma più comune ed è causato dall’ostruzione di un vaso sanguigno del cervello, e l’ictus emorragico o emorragia cerebrale, che accade quando si rompe un vaso sanguigno nel cervello.

Nel caso di alti livelli di grassi nel sangue i ricercatori hanno notato che il fattore di rischio è in questo caso più importante per l’attacco ischemico piuttosto che per l’emorragia.

Modificare quindi lo stile di vita, riducendo l’apporto di sale e facendo più attività fisica è dunque estremamente efficace come strumento di prevenzione.

I ricercatori hanno rilevato alcuni potenziali limiti dello studio, che riguardano per esempio la dimensione ridotta del campione di persone considerato, che potrebbe non risultare attendibile nei diversi paesi e con differenti gruppi etnici.

Molti dei fattori di rischio evidenziati erano già noti in altri studi, la novità di quest’ultimo è nell’aver allargato il campo di indagine anche ad individui con basso e medio reddito e provenienti da paesi in via di sviluppo, oltre ad aver utilizzato la scansione cerebrale su tutti i sopravvissuti ad un attacco di ictus.

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